Ortodosso debutto per gli svedesoni Harms Way uscito lo scorso mese di settembre e indirizzato specificatamente verso uno stoner rock classico che finisce per pagare pegno a Kyuss, Queens Of The Stone Age, Spiritual Beggars, Monster Magnet e, perché no, Black Sabbath (o forse sarebbe più appropriato citare i Cathedral).
‘Oxytocin’ è un concentrato di chitarre incandescenti che avviluppano lo sprovveduto ascoltatore in una spirale ritmica ancestrale e magnetica, priva di sbocchi, senza soluzione di continuità in perfetta old school style.
Tenuto conto di questo aspetto risulta pertanto palese l’inutilità dello classico schema “canzone da citare/perché/qualità/debolezze ecc..” in quanto il disco procede in maniera omogenea e unitaria passando da una canzone all’altra (per un totale di otto track) dando l’impressione di divenire, con il passare dei minuti, un’unica monolitica, composita piece.
In tal senso è paradossalmente riduttivo l’uso della voce ad opera di Dim, un’ ipotesi affascinante sarebbe quella di alimentare fino in fondo l’ impulso ritmico dell’accoppiata Erik/Stipen (rispettivamente chitarra ritmica e batteria) sulla falsariga di quanto prodotto in passato dai Karma To Burn e lo splendido strumentale ‘Tsunami’ lo dimostra ampiamente.
Il “Desert sound” è palpabile in ogni traccia dell’album anche se non mancano piccole citazioni al punk meno dozzinale, ad aperture tipicamente rock ‘n’ roll e, dulcis in fundo, a melodie/falsetti vocali simil Primal Scream che ci fanno comprendere il background di un quartetto che forse (e azzardo il forse) rimane troppo condizionato e ingabbiato nel genere di appartenenza e che potrebbe tentare un approccio a 360° nel songwriting sin dal prossimo episodio.
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