Forse non sono degli incredibili fenomeni di originalità e probabilmente non sono stati capaci di mantenere completamente quanto “promesso” nel loro album di debutto, ma personalmente, in contrasto ad un’opinione parecchio diffusa, ritengo gli Hardcore Superstar una formazione piuttosto autentica in quello che fa. E’ sicuramente vero che per la loro esibizione si sono abbeverati copiosamente alla fonte di Aerosmith, Hanoi Rocks, New York Dolls (notare la maglietta indossata da Jocke durante la proposizione degli encores di questo Dvd!), Motley Crue e Guns n’ Roses, sia dal punto di vista strettamente musicale, sia da quello “interpretativo”, tuttavia penso che ogni loro disco, anche i fortemente controversi “Thank you …” (spesso considerato eccessivamente “commerciale”) e “No regrets” (tacciato di artificiosità palese), sia il frutto di una considerevole dose di talento ed evidenzi delle apprezzabili qualità nel campo dell’hard rock crudo, selvaggio e seducente.
Oggi che, grazie all’albo omonimo dell’anno scorso nuovamente più “sporco” e fremente, le quotazioni del quartetto svedese sono ritornate a volare alte nel borsino della scena rock internazionale, ecco apparire sul mercato discografico questo gradevole Dvd, non a caso quasi completamente incentrato proprio sul summenzionato lavoro del “riscatto”.
Catturato sul piccolo palco dello Sticky Fingers di Goteborg, questo live dalla essenziale ma puntuale regia video e dall’ottima resa sonora (supporta i formati Dolby Digital 5.1, 2.0 e DTS), ci offre la pregevole prova di una band adrenalinica, che non si risparmia nella produzione ininterrotta di sudore e rock ‘n’ roll, puro, semplice e anche se talvolta assai derivativo, altrettanto coinvolgente ed avvincente.
Il singer Berg, nonostante lo spazio limitato ne condizioni un po’ “l’esplosività”, sa come gestire la ribalta e la sua voce e le sue movenze presumibile risultato di un’applicazione rigorosa sugli insegnamenti dei maestri Johansen, Tyler, Monroe e Rose, riescono a catalizzare l’attenzione, come si richiede al frontman di un gruppo di rock “stradaiolo” e “glamouroso” che si rispetti.
Ritornelli vincenti, riff traenti, solos vibranti, vocals corrotte, ritmiche martellanti e una maniera schietta di proporli al pubblico, sono questi gli ingredienti elementari di un buon prodotto che lascia un po’ d’amaro in bocca solo per una track list non troppo rappresentativa (come già anticipato, solo due brani dall’esordio “Bad sneakers and piña colada”, “Someone special”, il cui refrain viene cantato a gran voce dagli astanti e “Liberation”, un unico estratto da “No Regrets”, “Still I'm glad”, e una cover di Zodiac Mindwarp denominata “Prime mover”, contrastano l’egemonia di “Hardcore Superstar”) e per una special feature assolutamente ininfluente.
Se ne avete la possibilità andateli a vedere in prima persona, se non l’avete o volete un “documento” abbastanza efficace di una loro performance, “Live at Sticky Fingers”, può essere una scelta plausibile.
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