“Vergessene Pfade”: questo il titolo, ai più incomprensibile, assegnato al primo full lenght dei tedeschi Neun Welten che, dopo il primo ep intitolato “Valg” ed uscito nel 2004, arrivano grazie alla Prophecy Productions, o meglio la loro sottoetichetta Auerbach, al grande mercato internazionale.
E lo fanno ripartendo da dove si erano fermati, ovvero un folk molto tradizionale, basato principalmente sull’accoppiata arpeggio di chitarra/violino, senza dimenticare i flauti, e su temi cari agli usi ed i costumi delle popolazioni norvegesi. Dunque mitologia nordica a iosa per questo quintetto che si concentra quasi esclusivamente sulla musica e sulla capacità di trascinare l’ascoltatore all’interno del proprio mondo: infatti brevi parti vocali possono essere ascoltate solo in due delle dieci tracce che compongono “Vergessene Pfade”, un album che assomiglia più ad una (buona) colonna sonora che ad un disco vero e proprio.
Sebbene il disco venga diviso in tre capitoli principali (Nebelung, Nordwind e Sonnwend, e questi tre titoli già dovrebbero darvi un’idea ben precisa della musica trattata dai Neun Welten), i dieci brani sono tutti molto omogenei ed anche di ottimo spessore, data la buona qualità delle composizioni, sempre interessanti e ben eseguite sebbene siano piuttosto semplici nella loro architettura, e per questo piuttosto raggiungibili anche da chi non abbia troppo tempo da investire per comprendere appieno un disco.
Quindi ottimo esordio per i Neun Welten che non mancheranno di essere apprezzati dai più attenti fans del folk (non metal) più tradizionale.
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