Quante volte abbiamo sentito dire che il fantomatico terzo disco di una band è quello della consacrazione o dell'oblio? Tante, tantissime volte. Ma quello che spesso sembra solo una leggenda metropolitana del musicbiz per i Nomans Land diviene realtà. Giunti dalla Madre Russia con il loro nuovo terzo capitolo intitolato Raven Flight la band riesce ad assestare un colpo come si deve, a base di puro ed incontaminato Viking Metal. Già con il precedente Hammerfrost il complesso riuscì a mettersi in luce grazie ad una spiccata vena melodica, spesso coadiuvata da poderose esplosioni di energia, una soluzione stilistica che donava quel senso di carica e furore facilmente riscontrabili nei tipici immaginari battaglieri di queste sonorità. E' quindi con estremo piacere ritrovare questo complesso dell'Est in grande forma e inspirazione, i toni di questo nuovo album sono decisamente sull'arrabbiato, si nutrono di solide basi Metal in fase ritmica, elementi che si fondono con molta fluidità nei riguardi degli arrangiamenti, ovviamente presi direttamente da sonorità Folk e acustiche. Quello che in ogni caso emerge con i primi ascolti è l’omogeneità delle idee e delle strutture, mai come ora i Nomans Land erano riusciti ad imporsi per una così robusta e aggressiva concezione del Viking Metal, proprio da qui escono fuori brani diretti e potenti come Torir Sacald, Beard Of Storm e già che ci siamo anche Bridge Warder. Tutte canzoni che enfatizzano gli aspetti più romantici della faccenda, con cori imponenti e folkish che anche i muri conoscono, senza per questo lasciare in secondo piano l'irruenza delle chitarre e della sezione ritmica, mai prima d'ora così spinta. Ma la storia non finisce di certo qui, i passi avanti si evidenziano su tutto quello che riguarda un buon disco, quindi di conseguenza anche il concept lirico si manifesta per uno spiccato senso della fantasia, testi mai pacchiani e tronfi ma al contrario semplici e diretti, evidentemente anche in uno stile musicale come quello suonato dai Nomans Land ci si inizia a stufare di certe sboronate, e meno male aggiungo. In ultimo va considerata come elemento di sviluppo rispetto al passato anche la cura dei suoni, non stiamo parlando del Black Album mi sembra ovvio, ma è innegabile come abbia giovato alla loro musica la scelta di adagiarsi su suoni più cristallini e spessi, elemento che si scontra con un artwork caldo e pregno di sangue. Il segnale che anche questa battaglia fa uscire i Nomans Land vincitori.
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