Con questa ristampa del dischetto targato 2004 dei The Junior Varsity, arricchita in maniera sostanziosa con demo, versioni acustiche e da un Dvd, la celeberrima Victory consente ai fans dei bravi e promettenti emo-rockers americani, che magari sono diventati tali solo dopo la pubblicazione dell’estate scorsa di “Wide eyed”, di approfondire un po’ meglio la “storia” dei loro protetti.
Il dischetto versatile, in particolar modo, tra performance live più o meno recenti (tra le quali una pregevole esibizione risalente al marzo 2006, inclusa nelle bonus features), una sezione denominata “Meet the band” dove ogni membro si presenta agli spettatori, breve tour della natale Jacksonville, palle di neve, partite di bowling e scene riprese in studio di registrazione, vuole rappresentare l’universo e il percorso artistico dei nostri, dalle college band fino al patrocinio così autorevole di una delle etichette fondamentali del settore.
La musica contenuta in “The great compromise” è abbastanza simile a quella che mi aveva fatto apprezzare “Wide eyed”, anche se “ovviamente” la proposta in questo caso è maggiormente acerba e leggermente meno personale, nonostante melodie e costruzioni musicali collettive spesso parecchio allettanti.
Pop, rock, punk, qualche piccolo barlume d’estrazione prog e la fragilità empatica tipica dell’ambito stilistico di appartenenza vengono interpretate con buon gusto dall’ottima voce di Asa Dawson, e le composizioni della band riescono a superare, tutto sommato, anche il difficile test della riedizione “a spine staccate”, dimostrando discrete qualità emozionali anche quando spogliate dall’elettricità.
Un “prequel” di buona fattura, utile soprattutto a comprendere le origini di un suono che ha saputo, pur senza sovvertire le “regole del gioco”, dimostrare una qualità compositiva di rilievo, tentando (e non sempre riuscendoci!) di allontanarsi dalla folla soffocante di un certo modo d’intendere la musica rock.
Un lavoro nuovo di zecca sarà ben più importante per comprendere se le promesse del secondo album saranno mantenute o se i The Junior Varsity saranno solamente l’ennesima effimera colonna sonora per ragazzini in preda a crisi esistenziali. Personalmente ritengo che i mezzi e l’intelligenza a loro disposizione siano tali da aspettarsi qualcosa di bello … attendo.
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