Nessun appassionato di melodic rock può non sapere chi siano gli Hardline, non conoscere "Double Eclipse" costituisce una grave lacuna. Questo attuale "II" costituisce il seguito a quasi dieci anni di quel fortunato lavoro, che vide allo stesso tempo sia la band (che al tempo annoverava in line-up Neal Schon, Deen Castronovo, Tod Jensen) vendere più di dieci milioni di copie, che sciogliersi di lì a pochissimo, a causa dell'inarrestabile ondata grunge.
Latitante dalle scene musicali per un po', nella seconda metà dei 90s Johnny Gioeli tornò a dar notizie di se entrando nella band di Axel Rudi Pell....ed ora eccoci all'atteso come back degli Hardline.
Ancora una volta affiancato dal fido fratello Joey alla chitarra ritmica e dalla restante formazione del tutto rinnovata, con Josh Ramos (The Storm, Two Fires, Fleischman..) alla chitarra solista, Michael Ross (Accomplice) alle tastiere e sezione ritmica affidata a Chris Maloney e Bob Rock (Nelson, Vinnie Vincent’s Invasion), Johnny non si è limitato a riesumare un marchio per proporne un album di outtakes risalenti al '92 o comunque composizioni clone di quelle che al tempo resero la fortuna della band. Sono indeciso, a questo punto, se considerare o meno a tutti gli effetti l'album più un nuovo punto di partenza per la band che un vero e proprio continuo. Insomma, dieci anni sono tanti e si avvertono tra i due lavori.
Forte delle esperienze accumulate in questi anni e di tempi che per forza di cose segnano il cambiamento, "II" presenta gli Hardline sotto una nuova, più aggiornata veste, andandone a costituire un ottimo, ideale compromesso sia per i precedenti estimatori che per chi oggi cerca nel sound una certa attualizzazione.
Sì, perchè la matrice sonoro/melodica di "Double Eclipse" non viene abbandonata, ma rivitalizzata dal sound riferibile a rock bands odierne quali Bush, Nickelback, Creed, ecc.
Ecco perchè Josh Ramos, già uno dei più noti chitarristi emuli di Neal Schon, si immerge in questa nuova dimensione per variare il proprio suond e renderlo più duro, cupo e d'impatto; anche gli assoli si rivelano per la maggiore più aggressivi che melodici, con un sound molto più cattivo rispetto ai suoi abituali standards.
Stesso discorso per Ross e Rock, intenti a pompare la ritmica con più veemenza di quanto richieda il tradizionale rock melodico, con un lavoro davvero energico, ideale accostamento alle parti ed al suono delle chitarre, scandendo anche tempi più cadenzati e fornendo alle dinamiche degli stacchi accenti più decisi, atti a garantirne più potenza e spinta nel rilascio in battuta.
Il tutto senza tralasciare una produzione sonora azzeccata, ad opera di Bob Burch, che mette in risalto l'aggressività degli strumenti e della voce di Gioeli, anche nei momenti meno tirati.
"Hold Me Down", "Y", "Paralized", "Do Or Die", "Weight", "Way It Is..." sono ottimi brani e chiare attestazioni di quanto appena scritto. "Your Eyes" si stanzia più su territori puramente hard-aor, ma costituisce anche l'episiodio che meno preferisco. "Face The Night", "Hey Girl", "Only A Night" sono ballads che ci riattualizzano i tempi di "Change of Heart" e "Can't Find My Way". "This Gift" è una dolce composizione, che chiude la scaletta e vede alla chitarra aspite Neal Schon.
Se in un lavoro del genere cercaste la rivoluzione musicale, beh, di sicuro non la trovereste; se, invece, foste alla ricerca di un ottimo album da parte di una band che, senza rifugiarsi comodamente nell'autoplagio, muove i suoi primi decisi passi nel presente, pur senza rinnegare le proprie essenziali radici e già tendendo una mano al futuro, eccovi allora ampiamente accontentati.
Non aspettatevi assolutamente un clone di "Double Eclipse", ne rimarreste delusi.
A mio parere sicuramente tra le migliori produzioni targate Frontiers e dell'anno in corso in ambito rock melodico.
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