Lentezza esasperata, monolitica essenzialità di song writing, ossessiva e convulsa ripetitività esecutiva che sfocia inevitabilmente in dannati ed estenuanti feedback; questo è il punto focale di C-Earth dei Sally, un nome che nella scena sludge doom si guadagna un piccolo posto di rilievo con questa seconda release. Il suono estremamente saturato delle valvole dei dannati amplificatori Matamp introduce fin dall’inizio dell’opening “Sonikku” verso il mondo oscuro, sporco e pazzesco dei quattro inglesi, capitanati dal fu Electric Wizard/Penance Lee Smith, il cui cantato malato a mala pena emerge tra le divagazioni psych noise delle lunghissime e trascinate song di questo C-Earth. Un mondo, un inferno musicale al quale per molti sarà difficile resistere, schiacciati dalla monumentale pesantezza di lunghissime code di feedback e nevrotiche jam a base di wah e distorsioni al limite del concepibile. Forse proprio per questo un prodotto di nicchia, appetibile ai soli malati estimatori del doom più estremo, primitivo e radicale cui ci hanno abituato poche altre band (e torna su tutti il nome degli immensi Electric Wizard). Forti delle passate esperienze live in compagnia di Karma To Burn, Nebula e Orange Goblin, i Sally hanno trasposto su album, grazie alla sapiente mano di Billy Anderosn, tutta la propria carica abrasiva e contaminante in 8 tracce pesanti come il piombo e ossessive come la morte, il cui risultato è un muro sonoro spesso quanto una colata di cemento armato. Questi sono i Sally, a vostro rischio e pericolo; e non dite che non vi avevamo avvisati…
Marco Negonda
7.5
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