A coronamento di una carriera quasi ventennale, la band vide la luce nel lontano 1988, i tedeschi Desaster approdano con il nuovo "Angelwhore" alla prestigiosa Metal Blade. Nonostante il quartetto teutonico abbia pubblicato la quasi totalità delle proprie uscite discografiche sotto etichette underground e mal distribuite, la fama che accompagna i Desaster è andata crescendo anno dopo anno coinvolgendo un numero sempre maggiore di "die hard fan" , sino a portare la band capitanata dal chitarrista Infernal sul prestigioso palco del Wacken Open Air Festival. Il quinto full lenght della formazione riporta in parte l'attenzione sulle sonorità epiche del debutto "A Touch Of Medieval Darkness", miscelandole con il riffing back/thrash che da sempre rappresenta il trademark dei Desaster. Così a brani come "Conqueror's Supremacy", in bilico fra grezzo black metal ed atmosfere più ariose (ma sempre nichiliste), si avvicendano "The Blessed Pestilence" e "Nihilistic Overture", episodi incentrati su riff più compatti e tradizionali. Continua a non convincere la debole performance del singer Satanic, incapace di far dimenticare quel Okkulto che aveva reso splendidi album come "Hellfire's Dominion". Nonostante "Angelwhore" sia un album godibile ed adatto ai fan di realtà come Aura Noir, manca quel tocco di magia "old fashioned" che caratterizzava canzoni come "Metalized Blood" o "Teutonic Steel". Ai Desaster va comunque riconosciuto di aver saputo mantenere un'integrità invidiabile, non vendendosi ai trend neanche nel momento del maggior successo, e continuando imperterriti a portare avanti la loro concezione di puro underground black/thrash metal, caratteristica accentuata soprattutto dalla scarna produzione, lontana dalle atmosfere patinate di molti gruppi estremi.
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