Atteso ritorno dei Nuclear Assault, una delle band più geniali, personali ma anche sottovalutate della scena thrash americana. Inutile stare a tessere ora le lodi di lavori quali "Game Over", "The Plague", o "Handle With Care", capolavori che ogni thrasher d'annata deve assolutamente avere. Tornati con un tour assieme agli Exodus, i Nuclear Assault se la sono presa comoda nella stesura di questo disco, nel quale fa il debutto ufficiale il nuovo chitarrista Eric Burke, al posto di Anthony Bramante. Il resto della line-up è rimasto invariato, con la coppia Lilker/Connelly ad imprimere il proprio trademark, e il buon Evans a rincorrerli dietro le pelli. Musicalmente questo "Third World Genocide" sorprende, e a dir la verità per la prima metà lascerà un po' di amaro in bocca ai vecchi fan; la title-track d'apertura è quanto di più lontano ci sia dal sound tipico dei Nuclear Assault, fatto di canzoni brevi, intense e cantate in modo irriverente e fastidioso dal buon Connelly. Troviamo, infatti, dei Nuclear Assault ben più coraggiosi, alle prese con un riffing indubbiamente più evoluto e brani più consistenti; nel caso di qualunque altra band dovrebbe essere un punto a favore, ma stiamo parlando di una thrash band pesantemente venata di hardcore. Per la prima metà, almeno a "Defiled Innocence" , abbiamo una buona thrash band, piacevole da ascoltare, ma che richiama alla mente assai poco dei Nuclear Assault che conoscevamo, persino nella voce di un Connelly alle volte irriconoscibile ("Third World Genocide" su tutte). A partire da "Exoskeletal" abbiamo un netto cambio di rotta; tornano i riff anacronistici, torna la voce irriverente di Connelly e tornano quelle linee vocali assolutamente caratteristiche, tanto che il refrain proprio di "Exoskeletal" non potrà che richiamare alla mente "New Song" da "Handle With Care" (1989). Torna la velocità con "Discharged Reason", mentre con "Fractured Minds" e "The Hockey Song", quindici secondi di furia thrash/hardcore, sembra di essere tornati veramente nella seconda metà degli '80, con i Nuclear Assault a suonare davanti ad un Hammersmith stracolmo. Episodio a parte è "Long Haired Asshole", demenziale country song riciclata dal progetto "John Connelly Theory" con cui Connelly registrò nel 1991 "Back to Basics".
Nel complesso, è un grande ritorno, che riesce ad unire un nuovo volto dei Nuclear Assault alla loro veste classica, oltraggiosa e fastidiosa. Poteva essere indubbiamente meglio, senza un paio di episodi un po' scialbi, ma possiamo accontentarci. Ovviamente i fan di vecchia data non possono perderlo; gli altri, potrebbero non capirlo senza conoscere prima la storia, l'importanza e i dischi del passato.
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