I Tystnaden vengono dal Friuli e con "Sham of Perfection" sono al loro debutto discografico sotto le ali della rediviva Limb Music dopo aver dato alla luce due demo - "Tystnaden" nel 2000 e "Fragments" nel 2003. Quello che la band ha proposto da sempre è un death metal melodico e gotico, sulla scia dei migliori Dark Tranquillity, impreziosito dalla bellissima voce di Laura. Con gli anni la band ha subìto una notevole crescita che li ha portati ad affinare la proposta, ora molto più melodica ed immediata, sempre carica di quell'aurea malinconica e gotica che li ha sempre contraddistinti. Una canzone su tutti va a confermare quanto appena detto ovvero la stupenda "First Embrace", song diretta e d'impatto che apre il disco nel migliore dei modi grazie alla bellissima strofa e al ritornello di facile presa. La band si conferma brillante e matura in canzoni come "Munchausen Syndrome", "Metaphora", "Hamlet" e "Rewards" dove i riff trascinanti vengono accompagnati dalle ottime linee vocali interpretate e recitate da Laura affiancata di tanto in tanto dalla voce death di Lorenzo che, senza esagerare, aggiunge qui e là dei pezzi aggressivi che donano alle songs quel tocco in più che riavvicina il sound della band al death melodico tipicamente scandinavo. E' in canzoni come "The Foolish Plan", "Pride vs Intellect" o "The Joke", dove i Tystnaden lasciano spazio alla propria facciata più gotica e introspettiva, che non trovo la stessa grinta e la stessa freschezza compositiva. Non dico che non siano dei bei pezzi, ma in quel frangente la band non comunica la stessa forza che invece fuoriesce in canzoni come "First Embrace". Sta di fatto che in generale il disco risulta abbastanza compatto, fatta eccezione per qualche pezzo forse ridondante e non convincente al cento per cento. Detto questo rimarcherei il punto di forza di questa giovane band, ovvero la voce di Laura che è la prima cosa che si è fatta notare sin dagli esordi… personale, evocativa, a volte graffiante, questo è sicuramente un fattore vincente per i Tystnaden, visto che ormai la "scena femminile" è satura di voci sempre più simili fra loro (e a proposito chi ha paragonato Laura a Tarja dei Nightwish o a Cristina dei Lacuna Coil, forse non ha ascoltato bene il disco, perché la sua voce non assomiglia minimamente a nessuna delle due - figuriamoci a Tarja che è una cantante lirica!!!!). In definitiva, una buona band, che forse deve ancora crescere un po', ma che ha tutte le carte in regola per farlo alla grande, una volta capito definitivamente il cammino da percorrere - e io consiglio caldamente di continuare sulla scia delle canzoni che ho citato, dando ampio spazio alla versatilità di Laura, all'immediatezza e alla grinta delle composizioni, e alla voce death utilizzata solamente nei momenti chiave, in modo che diventi un punto di forza e non una banalità. Continuate così!
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