Finalmente Ion (dal Gaelico per "pure", ovvero puro), finalmente ecco la nuova creatura di Mr. Duncan Patterson, un artista con la "A" maiuscola. E' dal 2004, anno di fine del progetto Antimatter (se potete, comprate tutta la discografia!), che le voci su Ion circolano incontrollate tra i seguaci di Patterson, e proprio nel mentre in cui tutto tace, ecco che arriva 'Madre, Protegenos'. Lasciatemi dire che questo dischetto è una vera primizia, denso di significato e di emozioni, in cui emerge il Duncan Patterson più profondo ed intimista, più minimale ma allo stesso tempo più emotivo... quando meno vuol dir di più... quando la semplicità di un canto o di un suono si trasforma in complesse visioni ed intriganti trame da far proprie. Ion va oltre alla spiritualità di Anathema o di Antimatter, va oltre alla visione musicale del singolo per approdare in una sorta di World Music, in cui il misticismo irlandese si intreccia e si miscela con l'esotismo proprio del bacino Mediterraneo, in una sorta di ibrido che spiazza di primo acchito, ma che col passare degli ascolti, lascia spazio ad una piacevole sensazione rilassamento e di respiro ad ampio raggio. Ed è così che su 'Madre, Protegenos' si ha la fusione di strumenti quali il flauto e le percussioni, piuttosto che il clarinetto e la chitarra classica, o ancora il mandolino e la viola con piano ed arpa. Ma non solo... decisivo è l'apporto dei vari strumentisti presenti, la cui provenienza narra di Natali in Grecia, Irlanda, Messico ed Australia, così come delle magnifiche voci femminili di cantanti provenienti dall'Italia, Grecia, Messico e Russia (Emily Saaen è fantastica). Tutti questo sfocia in dinamiche e sfaccettature incredibili, decisamente impensabili su songs minimali, in cui è semplicemente divino è l'arrangiamento ed il mood. Il debut di Ion è senza dubbio un dischetto oscuro ed etereo, ma dannatamente efficace nei propri intenti. Ancora una volta Duncan Patterson stupisce, arrivando laddove molti artisti neanche si sognano di poter mai arrivare, laddove il coraggio di scendere in se stessi sfocia in una espressione vitale di suono. Il dischetto del mese gi Gennaio è proprio qui... cosa aspettate di farlo vostro?
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