Tornano gli statunitensi Novembers Doom dopo il buonissimo “The Pale Haunt Departure” del 2005. Il nuovo “The Novella Reservoir” si differenzia dal precedente disco, il quale era capace di mostrare quasi tutte le sfumature del doom metal, per la voglia della band di suonare più dura e veloce, con una decisa sterzata verso lidi più death/doom.
L’iniziale “Rain” ce lo conferma subito, con ritmiche sostenute e veloci, ed un growling in stile swedish death, decisamente azzeccato, da parte del singer Paul Kuhr. Lo stesso copione, ad esempio si ripete in “Voice Of Failure”.
Tuttavia i Novembers Doom non fanno mai mancare le parti atmosferiche e malinconiche, per sottolineare il loro background e la loro storia, che li vede accostati a bands come My Dying Bride e Anathema.
Bellissima in questo senso la title-track, un pezzo dal mood progressivo, dall’incedere solenne, ma al tempo stesso dura e pesante. I momenti che più rimandano all’immaginario doom della band sono la ballad acustica “Twilight Innocence”, davvero intensa, emozionale e toccante, e la conclusiva “Leaving This”, nella quale il senso di abbandono è penetrante, coinvolgente.
Forse il disco precedente mi piaceva un pelo di più, ma non si può negare che questo “The Novella Reservoir” sia un disco davvero buono sotto tutti i punti di vista, strutturato, coinvolgente, ricco di pathos e con un livello compositivo di prim’ordine.
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