Sembrano passati secoli dal debutto "Cassandra", visto che questo comeback, intitolato "Echoes", ha ben poco da spartire con la precedente release. Risolti alcuni problemi di lineup e cambiato la label - da Adrenaline a Dragonheart - ecco che la band proveniente da Padova, sposta vigorosamente il proprio sound verso altre strade. Se nel primo full lenght era il prog metal a farla da padrone, in questo secondo lavoro il genere appena citato viene messo in un angolino, privilegiando un'anima più hard rock oriented, nonché una robusta iniezione di metal classico. I cinque ragazzi hanno scritto un buon lotto di canzoni, particolare innegabile, ma devono fare molta attenzione ad un'eccessiva omogeneità del proprio songwriting. Spesso le composizioni offrono una struttura troppo lineare, in linea comunque con la nuova strada intrapresa, fattore che potrebbe allontanare alcuni ascoltatori. Comunque si tratta di un piccolo dettaglio, che non intacca minimamente il giudizio finale del platter. Il trittico iniziale è da applausi a scena aperta. "From Hell" apre le danze con un morbido incipit, molto evocativo, sul quale si staglia fieramente il cantato di Ivan Rave, il quale raggiunge il massimo sul chorus, veramente da brividi. "Evil Thought" riesce a superare in bellezza l'opener, basandosi su una struttura più dinamica ed aggressiva. Il cantato, ed in particolar modo il refrain, dona al brano non una ma dieci marce in più, ed il lavoro dei due chitarristi ( Alex Danieli e Randy Mion ) si fa notare per il buon gusto in fase solistica. "Selling Souls" ha un'impronta più oscura, con vocals filtrate, riffing serrato e un incedere solenne. In questo brano possono scorgersi echi di Nevermore e Fates Warning, ma è solo un insieme di sensazioni, il plagio è ben distante. "B.T.T.W." è sostanzialmente un mid tempo, bello roccioso ed epico, a metà tra il power USA ed il mood dark dei Pain Of Salvation ( Ivan Rave spesso si ispira a Gildenlow più tetro ). Un momento di pace viene offerto da "Useless", ballad assolutamente non strappalacrime ma ugualmente evocativa e toccante. "On Your Skin" e "Dark City" mischiano sapientemente hard rock con l'heavy metal ottantiano, ed il risultato finale è costituito da due brani coinvolgenti, molto curati nelle melodie - sempre di facile presa - e nelle parti soliste dei due axemen. "Echoes Of Sin" è il brano più riuscito dell'intero disco, conservando al suo interno tutte le caratteristiche peculiari della band. Venature progressive mai eccessive, retaggio hard rock di gran classe - come sempre, refrain curatissimo - e corazza metal bella spessa. Anche nelle seguente "Catch It", l'aria circostante viene sferzata da una serie di riffs al limite del thrash d'Oltreoceano, mentre nella conclusiva "You" si toccano i versanti più epici e solenni del sound Somniae Status. Che dire? Beh, la band ha pubblicato un bel dischetto, non privo di alcuni difetti - dazio da pagare sistematicamente, ma nulla di preoccupante -, riuscendo a mischiare alcune chiare influenze con il proprio gusto personale. Probabilmente, visto che siamo in Italia, la band verrà presa poco in considerazione...se non venissero da Padova ma da Dortmund, Goteborg o Boston, beh...le cose andrebbero per un altro verso. Quindi, appello per tutte le persone dotate di cervello funzionante: comprate questo dischetto, supportate la band, perché MERITA!!! Poi, fate vobis.
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