Ci sono realtà nella scena Italiana che, pur stabilendosi su un ottimo livello qualitativo, non hanno mai raccolto i meritati risultati. Gli sfortunati Arachnes sono sicuramente da annoverare in questo numero; guidata dai talentuosi fratelli Caruso la formazione arriva così al suo terzo album dopo aver dato alla luce due dischi di indubbio interesse come “The Godless Temple”, recentemente ristampato dalla Scarlet, e “ Parallel Words”. “Apocalypse” segna una decisa sterzata nel sound della band verso lidi maggiormente melodici ed evocativi, meno intricati rispetto al passato, vicini allo speed power più orecchiabile, pur non tralasciando i barocchismi e le soluzioni tecniche che da sempre caratterizzano il sound del quartetto. Ottime in questo senso tutte e 15 le tracce del disco, orecchiabili, ottimamente suonate ma non eccessivamente prolisse, strutturate con gusto ed arricchite da una produzione di buon livello anche se un po’ vuota. E’ l’estro dell’ottimo chitarrista Franco Caruso a colpire in maniera maggiore nel corso di “Apocalyse”, il background legato all’hard rock più viscerale che da sempre arricchisce il bagaglio tecnico del dotato axeman rende gli assoli di pezzi come “Prayer (part 2)” parte integrante della struttura melodica della canzone e non mere esibizione di tecnica fine a se stessa, notevole anche il valido contributo tastieristico, raffinato e mai scontato, di Enzo Caruso, ottimo cantante e valido tastierista. Un lavoro che riesce nel difficile compito di far conciliare in maniera pacifica le due anime della band, ponendosi come punto d’incontro fra soluzioni vicine agli ultimi Symphony X e partiture orientate verso il power metal di scuola tedesca, alla Edguy per intenderci. Un lavoro che non mancherà di ricevere numerosi consensi e che vedrà la luce anche in terra giapponese, paese dove la musica degli Arachnes può raccogliere forse i risultati maggiori. “Apocalypse” risulta così essere il punto di più intensa maturità raggiunto nella carriera del combo, un disco da ascoltare numerose volte, mai banale e di raffinata composizione, ideale biglietto da visita per una band che ha il dovere di puntare ad un successo meritato ed ancora non pienamente conseguito.
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