“Continuità” è la parola d'ordine degli Eldritch del nuovo millennio. La band di Terence Holler e Eugene Simone negli ultimi anni è stata capace di regalarci dischi di grande spessore e di indubbia qualità, ed il nuovo arrivato “Blackenday” sembra confermare in tutto e per tutto le eccellenti qualità della formazione toscana.
Non riesco davvero a capire quali siano state le ragioni che hanno portato gli Eldritch a raccogliere in passato molto meno di quanto meritassero, ma pare che finalmente sia giunto per la band il momento di riscuotere i frutti di quanto è stato seminato con fatica in più di dieci anni di onorata carriera: Chicago Powerfest, Evolution, Gods of Metal, Swedenrock, ProgPower Scandinavia – solo per citare alcune delle manifestazioni che hanno o avranno il piacere di godere della musica degli Eldritch.
Il nuovo “Blackenday” sembra il terreno ideale per permettere agli Eldritch di guadagnare ulteriore popolarità presso i metal fan di tutta Europa. Nelle dodici canzoni del nuovo album il singolare mix di Progressive Metal e di influenze Thrash Metal che caratterizza da sempre il sound della band viene plasmato in atmosfere più oscure e tenebrose, segnando un netto rallentamento rispetto allo spiccato dinamismo del recente “Neighbourhell” e conservando comunque tutta la grinta e l'incisività delle ultime release.
La coesione raggiunta dalla nuova line-up degli Eldritch è davvero notevole, con un Terence Holler in forma smagliante, e riesce a fare di ogni singolo brano di “Blackenday” un episodio interessante e particolare. La presenza del duo “Redemption” Alder – Van Dyk, ospiti della bellissima “Broken Road”, è la classica ciliegina sulla torta!
Non sono necessarie altre parole, a dispetto del suo titolo “Blackenday” celebra uno dei giorni più luminosi e positivi della storia degli Eldritch. Non lasciatevelo scappare!
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