Terzo disco per i francesi Ellipsis, band formatasi nel 1996 e ruotante intorno alla figura del carismatico singer Emmanuelson. Non conosco i precedenti lavori della band, ma questo “Imperial Tzadik” è davvero un buonissimo disco, progressivo nel senso più compiuto del termine. La parola “progressivo” evocherà forse paragoni non del tutto calzanti con la musica degli Ellipsis, la quale, a dire il vero, non assomiglia a nessun’altra band in modo particolare. Progressivo è il mood del disco, merito di un sound multiforme, sfaccettato, quasi camaleontico nella sua abilità nel fondere più stili diversi senza mostrare mai in modo palese le giunture che tengono unite queste diverse componenti.
Forse il sound che più si avvicina è quello dei progetti alternativi di Devin Townsend, tra Infinity, Ocean Machine e Physicist, ma gli Ellipsis mantengono comunque una marcata personalità, che li fa giocare tanto col doom quanto con il gothic, passando per il thrash e l’heavy più puro.
Musicalmente il sound è potente, ben prodotto, con aperture melodiche che mostrano paesaggi quasi sconfinati di buon gusto e talento, senza dimenticare passaggi assolutamente psichedelici.
La summa di tutto ciò potrebbe essere “A Box In Ocean”.
Non ci sono troppe altre parole da spendere per una band che ha quale pregio maggiore l’aver creato un sound sicuramente elaborato facendolo suonare come la cosa più semplice del mondo, tutto questo grazie al talento e al gusto compositivo. Un disco davvero molto bello.
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