Tornano all'attacco gli americani Hurtlocker, al secondo album per la Napalm Records, con "Embrace the Fall". La band di Chicago con questo nuovo, promettente full-lenght sembra proprio voler mettere in chiaro la loro robustissima vena thrash and death, a dispetto di quanti si ostinano ad etichettarli come l'ennesimo sufficiente prodotto del trend metalcore. La mole del lavoro è esplicata a dovere sin dall'opener "I am Napalm", pezzo
violentemente squisito, pregno di quel thrash metal che mette tutti d'accordo o quasi, nelle cui lyrics il punto di vista è nientemeno che quello di una bomba. Si prosegue con "They", in cui i nostri esprimono tutto il loro disappunto verso l'abuso di potere dei politici, tiratissima in apertura, in pieno stile Hatesphere, un altro carrarmato di riff massicci striati, verso la fine, da venature southern, sapientemente mescolate alla gran voce di Grant Belcher, sporca e potente, in cui fanno capolino tratti dei Pantera e dei Lamb of God. Brani così diretti da stuzzicare la curiosità di sentirli e vederli live, anche quando su "At last" il batterista continua a far sentire come usa il doppio pedale e quanto sia meticoloso e brutale insieme il suo tocco. Uno dei pezzi migliori dell'album è sicuramente "Disgust", ottima per la sua struttura, incalzante e dalle atmosfere cupe, con quei cambi di tempo che spiazzano al punto giusto e dei riff che evocano lontanamente i gloriosi Death. Ciò che emerge inequivocabilmente da quest'album è che questi cinque ragazzi non accettano compromessi, suonano ineccepibilmente bene, coinvolgono in un headbanging sfrenato, conoscono alla lettera gli ingredienti giusti per tenere l'attenzione puntata sulle casse dal primo all'ultimo pezzo, cosa favorita anche dalla durata di 36 minuti sfruttati davvero in maniera intelligente. La loro crescita stilistica si fa apprezzare rispetto al precedente lavoro, "Fear In A Handful of Dust", debutto per la sovracitata etichetta austriaca, emerge una maggiore varietà compositiva negli arrangiamenti e le songs scorrono urlate come un violento grido di sfogo fino alla conclusiva title-track "Embrace
the Fall", in cui davanti alla fine del mondo tutto ciò che rimane da fare è lasciarsi cadere e godersi il viaggio. Nell'attesa però si può godere di qualcosa di meno catastrofico e più piacevole per le nostre orecchie come
quest'album con cui gli Hurtlocker hanno sicuramente segnato un punto decisivo nella partita della loro carriera.
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