Disco di debutto per i finlandesi Terhen, autori di un doom metal fiero prosecutore della grandissima tradizione finnica in materia. Tradizione culturale, visto che la nazione dei mille laghi è una di quelle con il più alto tasso di suicidi al mondo.
Cinque pezzi, 54 minuti la durata delle canzoni, un lento e inesorabile declino verso ambientazioni oscure e sinistre, dove il doom/death della band sovente mette in mostra accenni funerei (grazie alle tastiere), conducendo l’ascoltatore verso uno stato di grigia monotonia, di ipnotico decadimento dentro oblunghe dimensioni amorfe e desolate.
Solo sporadicamente si vede una tenue luce in questa bruma soffocante che è la musica dei Terhen, e cioè quando interviene la cantante femminile Elisa, la cui voce spezza il venefico incanto di pezzi come “Wandering”, dando un mood quasi gothic, anche grazie ad un uso delle tastiere che oserei definire poco doomy, espressive, quasi “colorate”.
“Eyes Unfolded” è un disco ricco di qualità, che riesce a rinverdire la tradizione doom pur cercando di dargli un pizzico di personalità che, badate bene, non stona.
È vero che nel doom metal la monotonia è un pregio, anzi è una delle caratteristiche peculiari del genere, ma la via attraverso al quale i Terhen spezzano questa invariabilità è lodevole.
Ottimo esordio, bravi.