Sin dall'orrendo titolo di questo disco i Pink Cream 69 enfatizzazano l'eccezionale traguardo raggiunto con esso: dieci studio album pubblicati in vent'anni di onorata carriera, dagli esordi con Andi Deris dietro al microfono ai recenti successi caratterizzati dall'ugola d'oro di David Readman, anni in cui la formazione tedesca si è dimostrata una delle band di maggiore qualità e continuità del panorama Hard Rock europeo.
La scelta del termine “intensità” come titolo non è assolutamente casuale: complice l'ingresso in pianta stabile nella line-up del chitarrista Uwe Reitenauer (per sopperire ai problemi sollevati dalla distonia focale che ha colpito Alfred Koffler), il nuovo capitolo della storia dei Pink Cream 69 è anche uno dei più pesanti e diretti che le sapienti mani di Dennis Ward abbiano mai prodotto: pochissimi fronzoli, brani di impatto e fortemente guitar-oriented, in cui l'eccellente gusto melodico della band multi-etnica si rivela ancora una volta la proverbiale marcia in più. Anche le linee vocali di David Readman sono in alcuni passaggi più aggressive del solito, vicine allo stile di Jorn Lande. Il singer britannico spazia con grande facilità da brani più tirati (“No Way Out”, “I'm Not Afraid” e “Stop This Madness”) a mid-tempo decisamente più cadenzate (“Crossfire”, “A New Religion”), ed è inoltre ottimo interprete della ballad che conclude il disco, “Last Train to Nowhere”, episodio in cui emerge una decisa vena malinconica, piuttosto originale per lo stile della band.
“In10sity” è il primo album che i Pink Cream 69 pubblicano sotto Frontiers, e bisogna veramente elogiare la scelta della label partenopea, capace di mettere sotto contratto uno dei gruppi più meritevoli dell'intero panorama Rock europeo. Il voto è anche un premio alla carriera!
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