Tocchi virtuosi, fraseggi dirompenti in assoluto clima neoclassico, ecco le componenti principali dell'ultimo lavoro di Michael Harris dal titolo operistico "Orchestrate". Chitarrista americano ex membro degli Arch Rival giunge al suo sesto album solista dai contenuti indiscutibilmente tecnici di matrice Malsteeniana, all'interno del quale si alternano componimenti che spaziano dall'Heavy Metal alla musica classica inframmezzata da pennellate di follia compositiva d'effetto. Senza dubbio questo CD consentirà al chitarrista di entrare con assoluto merito nella lista degli shredder più accreditati, "Orchestrate" ci regala un artista maturo in grado di sorprendere e catturare con spregiudicatezza anche gli ascoltatori più esigenti.
Interamente suonato e composto da M. Harris, ad accezione della batteria suonata Matt Thompson, l'album parte all'insegna della musicalità "schizofrenica" con "Opus Conceptus" i cui arrangiamenti ricchi di synth e tastiere evidenziano la maestria dell'artista. "String Theory" è in puro stile neoclassico e nel passaggio al brano successivo, "The Mad Composer's Rage", il chitarrista sfida se stesso immergendosi con successo nella jazz-fusion. Fraseggi stile Cacophony in "Notes from The Kursk", che ci conducono nella ben riuscita ma ripetitiva "Battle At Storm's Edge", ricca di momenti coinvolgenti. Spazio alla ritmica con la morbida e delicata "Guiprice", anche se a dettar legge per fraseggi e melodie è la stupenda "Spanish Style". Ambientazioni cupe e sommesse nelle riflessive "Misterioso" e "The Anti Shred", dove all'ostentazione dei virtuosismi fanno breccia imponendosi, tematiche e atmosfere sognanti. La tecnica eccelsa di Harris prende corpo nei brani "Octavian II" e "Schizo Forte", un pezzo quest'ultimo inframmezzato da una chitarra stile flamenco di notevole effetto.
Indubbiamente il CD è sviluppato con perfezione e gli aspetti sinfonico-orchestrali sono la prerogativa di "Orchestrate", dove l'unico elemento che stenta a evidenziarsi con successo è l'elemento innovazione. A rendere merito al musicista è la straordinaria pienezza dei suoni e il ritmo frizzante del lavoro, caratteristiche sufficienti per poterne consigliare l'ascolto. Le influenze derivate da grandi compositori del "passato" come Bach, Mozart, Beethoven fino ai contemporanei Allan Pettersson e Krzysztof Penderecki, fanno di questo album una vera perla regalata ai grandi appassionati e non solo della sei corde.
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