Secondo Cd con George ‘CorpseGrinder’ Fisher alla voce per il quintetto statunitense che pian piano sembra voler ricostituire i vecchi Monstrosity: infatti dopo il suddetto screamer è stato reclutato anche Pat O’Brien, vecchio chitarrista dei deathsters floridiani e più recentemente dei redivivi Nevermore.
Comunque questi nuovi inserimenti non hanno influito in maniera sostanziale sul classico sound proposto dai Cannibal Corpse e l’immutato brutal death, solamente alleggerito per quanto riguarda l’aspetto visivo, risulta implementato alla grande sia per l’acquisita abilità tecnica sia per la produzione veramente eccellente.
A mio parere ‘Gallery of Suicide’ è, insieme a ‘Vile’, il migliore capitolo dei Cannibal, notevolmente superiore agli ultimi dischi registrati con Chris Barnes alla voce, un po’ proprio per la voce del buon Giorgione che preferisco alla grande a quella di Chris, un po’ per la struttura dei brani stessi, più articolati ma violenti allo stesso modo.
Certo, il death proposto dalla band di Alex Webster è praticamente impeccabile ma alla lunga devo dire che stanca un po’, essendo un macigno veramente molto pesante da digerire e devo ammettere che non è impresa facile ascoltare il disco per due volte di fila. Il rovescio della medaglia è comunque molto positivo e significa che i Cannibal Corpse sono un gruppo diciamo ‘d’elite’, per molti ma non per tutti, un po’ come lo spumante.
Alla fin della fiera di ‘Gallery of Suicide’ non vi segnalo nessun brano in particolare, sono tutti sullo stesso livello, sia qualitativo sia di pesantezza: consigliato a tutti gli oltranzisti che non abbisognano di alcuna melodia nella musica.
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