I
Death SS scavallano il decennio d'oro dell'hard'n'heavy sulle ali del rinnovamento. Fallita la gloriosa Metal Master,
Steve Sylvester si ritrova alla ricerca di una nuova casa discografica, individuandola nella storica etichetta toscana
Contempo. Certo non manca lo spirito d'iniziativa al "Vampiro" nazionale, che per il terzo LP "
Heavy Demons" scatena la fantasia e l'immaginazione con collaborazioni a dir poco eccellenti. Alla produzione viene infatti ingaggiato
Sven Conquest, tecnico del suono di fama europea (
Scanner, Aggressor, Rage, Coroner nel suo curriculum vitae) e, per la voce narrante della tenebrosa intro "
Walpurgisnacht", Sylvester chiama addirittura il grande attore
Oliver Reed, protagonista di film da culto come
I Diavoli e
Ballata Macabra. Ormai lo sapranno anche le pietre, ma giova ricordare quanto il cinema di genere (horror e non) abbia sempre rappresentato una delle principali muse ispiratrici di Steve nella contestualizzazione dei propri pezzi. E sicuramente la presenza del succitato Reed rappresenta qualcosa di grosso per una band italiana, almeno nel 1991.
Non siamo ancora nell'epoca in cui puoi scomodare chiunque se possiedi un account social, ed il contatto con un personaggio di simile statura non deve essere affatto dato per scontato. Tutt'altro. Cambia anche la formazione, e cambia drasticamente:
Jason Minelli (la Morte) ed
Al Priest (lo Zombie) alle chitarre,
Andy Barrington (la Mummia) al basso, ed il martello
Ross Lukather (il Licantropo) alla batteria, coi quali Sylvester vuole evidentemente ringiovanire anche lo stile del gruppo. Ma non è finita: per la trasformazione da umano a Mostro, documentata passo per passo nella sleeve della bellissima copertina apribile, viene chiamato il mago degli effetti speciali
Sergio Stivaletti, già noto per il suo lavoro in
Phenomena di
Dario Argento e
Demoni di
Lamberto Bava. Le maschere non sembrano più figlie di un Hammer anni 60/70, ma attualissimi aggiornamenti splatter dei rispettivi personaggi, adeguati quindi al gusto estetico dell'horror di quel periodo storico. Detto del notevolissimo "contorno" al terzo album firmato Death SS, bisogna tuttavia soffermarsi principalmente sulla musica proposta. Perché se è vero che, sia per "
In Death..." che per "
Black Mass", Steve ha potuto attingere abbondantemente dal cassetto del passato, con "
Heavy Demons" si arriva all'attesa prova del fuoco di materiale completamente inedito.
La già citata introduzione "
Walpurgisnacht", con la sussurrata voce di Reed su un tappeto di tastiere alla
Goblin, farebbe pensare ad un continuum rispetto al suono "polveroso" dei due precedenti lavori, ma appena parte il singolo "
Where Have You Gone?" si capisce di avere a che fare con una band decisamente rinvigorita. Riff d'acciaio (che i
Candlemass copieranno spudoratamente in "
The Dying Illusion"), un chorus implacabile punteggiato dalle keyboards, ed una ritmica pesantissima ai limiti della thrash Bay Area. Inutile dire che questo brano, scritto da Sylvester assieme ad
Andy Panigada dei
Bulldozer, sarà destinato a diventare uno dei punti saldi per ogni concerto del gruppo. In buona compagnia di altri classici definitivi quali "
Vampire", "
Terror", "
Cursed Mama", "
Horrible Eyes" e "
Murder Angels".
La title-track è una coinvolgente rasoiata in stile
Kiss 80's, con quel refrain che è diventato nei decenni una sorta di piacevole "tormentone" per congedare i fans dai propri live show. "
Family Vault" torna a battere sentieri da "
Operazione Paura", e narra la storia di un patriarca che si premura di istruire gli eredi affinché la sua tomba sia ben sigillata, onde evitare il diffondersi di un non ben specificato (ma terribile) contagio. Il refrain del pezzo vede ancora una volta protagonista le tastiere, calate in un contesto moderno quasi alla
Faith No More: eccezionale, per gusto melodico ed arcano mistero, l'assolo di chitarra da parte di Minelli. Con "
Lilith" l'atmosfera diventa gotica ed orientaleggiante al tempo stesso, per un mid tempo non troppo distante dai
Black Sabbath periodo "
Eternal Idol"/"Headless Cross". Altro tassello molto apprezzato dal pubblico più canonicamente metal è sicuramente l'opener del lato B, quella "
Peace Of Mind" che avvicina decisamente i Death SS al contesto power/speed: una sorta di "
Murder Angels" privata della primitiva carica punk, in favore di una "consistenza" heavy rivolta al periodo di riferimento temporale. "
Way To Power" non è solamente una delicata ballad gestita prevalentemente dalle tastiere, ma anche un vero e proprio compendio della filosofia di vita di Sylvester, che in questa occasione si presenta più come una sorta di pensiero Zen che non una protesi satanica.
Un rituale canto in latino ci introduce a "
Baphomet", ennesimo evergreen dell'album grazie a quel tagliente riff sospeso tra
Iron Maiden e
Judas Priest, culminante in un ritornello talmente contagioso da sembrare studiato per la resa live. Il pezzo è il primo tassello di un mini-concept sulla saga cinematografica dei "
Resuscitati Ciechi" di
Armando De Ossorio, che si conclude tra le fiamme purificatrici di "
Templar's Revenge", altra traccia simil-thrash molto veemente, ma sicuramente meno efficace rispetto a "Where Have You Gone?". Il 33 giri si chiude sulle note della mortifera "
All Souls Day", greve liturgia messianica che spalanca gentilmente le porte dell'inferno, con una linea melodica alquanto insolita, ma che rifiuta di accodarsi al doom canonico, nonostante la sua cadenza ritmica a bassa frequenza.
Solo per la versione CD vengono inizialmente presentate "
Inquisitor", completamente stravolta rispetto all'originale inclusa sull'EP "
Evil Metal" (poi ritirato dalla circolazione per difetti in fase di registrazione), quando Sylvester era momentaneamente fuori dal gruppo in favore di
Sanctis Gorham, nonché la strumentale "
Sorcerous Valley", composta e suonata dal collaboratore storico
Aldo Polverari.
"Heavy Demons" ottiene un successo lusinghiero soprattutto in patria, ed il conseguente tour verrà immortalato nel giustamente celebrato disco live "
The Cursed Concert", ultima uscita del gruppo per una Contempo Records ormai in fase agonizzante. Ma sarà l'ultima volta che una casa discografica metterà i bastoni tra le ruote del "Vampiro", perché di lì a poco nascerà la sua etichetta personale: la quale, ovviamente, verrà "battezzata"
Lucifer Rising.