Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:51 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TRUTH
  2. RAINWALKER
  3. ONE WAY OUT
  4. SHATTERED APART
  5. AMONG THE DAMNED
  6. BOLERO
  7. MIRROR, MIRROR, LIFE AFTER LIFE
  8. MAGENTA
  9. BLACKEST OF HEARTS
  10. MARTYRED
  11. KILLER'S CONFESSION
  12. MAGENTA (REPRISE)

Line up

  • Rick Mythiasin: vocals
  • Jim Williams: guitars, piano
  • Steve Kachinsky Blakmoor: guitars
  • Vince du Juan Dennis: bass
  • Karl Rosquist: drums

Voto medio utenti

Nemmeno il tempo di dare un primo veloce ascolto al nuovo album degli Steel Prophet ed ecco che quello che sembrava un sodalizio (di acciaio...) inossidabile era terminato. In concomitanza con l'uscita di "Unseen" il vocalist Rick Mythiasin ha infatti abbandonato il gruppo dove aveva debuttato nel lontano 1995 con "The Goddess Principle", album che aveva dato il via ad un percorso che ha portato gli Steel Prophet, dopo un paio di realizzazioni, ad ottenere un contratto con la Nuclear Blast.
"Unseen" è oramai il quinto album che gli Steel Prophet realizzano per la label tedesca. Un album che conferma la validità di un gruppo che ha fatto del classico Power Metal a stelle e strisce la propria bandiera e si segnala per la bravura e l'estro del chitarrista Steve Kachinsky e di Rick Mythiasin. Spero che gli americani riescano ora a superare senza grossi problemi la separazione dal cantante, dato che qui Mythiasin supera quanto fatto in passato, credo aiutato dalla recente collaborazione (che avrà presto un seguito) nei Taraxacum, dove ha trovato nuove ed interessanti soluzioni per la sua voce, e che negli Steel Prophet finisce spesso, ma a ragione, accostata a quella di Bruce Dickinson. Questa non mi sembra poi una gran pecca, perché a mio parere gli Steel Prophet fanno le cose migliori nei brani veloci, quelle galoppate che spesso li hanno fatti paragonare proprio agli Iron Maiden. Mi riferisco quindi a "Truth" e "Rainwalker", ma sopratutto a "Mirror, Mirror, Life After Life", up-tempo trascinante e con un grande refrain. Forse gli è superiore la sola "Killers Confession", e questo nonostante l'introduzione arpeggiata "rubata" ai Maiden, con i chitarristi pronti a riscattarsi e con il basso di Vince Dennis che si prende qualche attimo di gloria. Si tratta di un brano emozionante, accostabile ad alcune cose degli Iced Earth o dei Jag Panzer. Uno di qui pezzi che si snodano lenti ed elettrici sulle note di un ipnotico riff di chitarra, con la sezione ritmica sempre ben presente e la stupenda voce di Rick che ti conduce nei meandri del brano. Gli episodi in cui gli Steel Prophet mostrano maggior originalità sono invece la pesante e doomeggiante "One Way Out" e "Blackest Of Hearts", che trovo meno riuscita, con un Rick comunque più aggressivo e scattante, e dove si fanno notare anche alcuni samplers. "Unseen", che tra l'altro prende il titolo da un brano tratto dal loro album "Messiah", mostra un gruppo che sembra provare a variare un po' il proprio sound, vedi la old fashioned e meditativa "Magenta" o le atmosfere più attuali di "Blackest Of Hearts". Chissà se però dopo l'uscita di Mythiasin, gli Steel Prophet seguiteranno in questa direzione, dato che il mio sesto senso mi dice che "dietro" ci fosse molto del suo zampino.
Magari mi sbaglio, tuttavia non credo di fare altrettanto affermando che siamo di fronte ad uno dei loro album più riusciti, che si colloca sicuramente ai livelli di "Dark Hallucinations".
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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