Nella loro lunga carriera quarantennale, si può dire che i Grave Digger, band heavy metal tedesca fondata dal vocalist Chris Boltendahl nel 1980, abbiano visto il loro periodo più splendente negli anni 90’, con “Tunes Of War” a rappresentare il picco di quella musica senza compromessi e piena di aggressività. Dopo un periodo assolutamente non felice per il gruppo, fra il 1986 e il 1992 dove su richiesta dell’etichetta furono costretti a uno stravolgimento del sound, i Digger tornarono sulle scene prima con “The Reaper” nel 1993, e poi nel 1995 con “Heart Of Darkness”, dischi dove si riuscì finalmente a percepire senza mezzi termini la vera anima della band. Come detto però, sarà il successivo “Tunes Of War” del 1996 a consegnare ai becchini la tanto meritata attenzione.

Primo episodio della cosiddetta trilogia medioevale, assieme ai seguenti “Knights Of The Cross” ed “Excalibur”, “Tunes Of War” segue un concept ben preciso, come si può evincere anche solo guardando la cover, ovvero la lotta per l’indipendenza in Scozia, e la storia dei vari personaggi maggiormente ricordati in quel periodo.

Ed è proprio con un intro di cornamuse che si apre il disco, “The Brave (Intro)", che per certi versi ricorda quei preludi epicheggianti alla Running Wild. “Scotland United”, uno dei pezzi più conosciuti dei Digger, ha un riff che, come direbbero molte nonne italiane in termini di cibo, resusciterebbe anche i morti. Vi sfido a non aver mai cantato anche voi “Uniteeed, united we stand, uniteed!”, un ritornello concepito esattamente per essere cantato sotto il palco. “The Dark Of The Sun” mostra le corde vocali di Boltendahl in gran spolvero, e attenzione, non stiamo parlando di un fringuello dalle tonalità delicate, anzi! Graffiante, rauco, tagliente, come se avesse costantemente un mal di gola perenne, ma che dona ai pezzi quell’aura di energia e irruenza che ben si addice, ecco lo stile di Boltendahal. La rocciosissima “The Bruce” spezza il ritmo Speed/Heavy del disco, con un chorus massiccio e insistente, mentre “Cry For Freedom (James The VI)" e “The Battle Of Flodden” riportano l’ascoltatore a quei ritmi veloci e battaglieri, che sembrano quasi trasportare direttamente sul campo di battaglia. Spezza a metà ascolto “The Ballad Of Mary” (Queen Of Scots)”, piena di pathos e che non risulta affatto banale, mentre è con “Rebellion (The Clans Are Marching)” che la band si dimostra al massimo della sua capacità, sfornando un anthem leggendario, con un riff da far rizzare i capelli e un ritornello che più epico non si può.

Per chiunque sia curioso di scoprire l’essenza musicale dei Grave Digger, quelli epici ma anche possenti, “Tunes Of War” è un ascolto imprescindibile. Sono stati vari i richiami a questo lavoro e le sue tematiche, come il recente “Fields Of Blood” e “The Clans Are Still Marching” del 2010, e innumerevoli sono stati i tentativi della band di comporre pezzi immortali come “Rebellion (The Clans Are Marching), ma sono risultati o fallimentari o appena discreti. “Tunes Of War” rappresenta la carica, la determinazione e lo spirito battagliero di una band che negli anni 90’ era capostipite di un certo modo di intendere l’heavy metal, non lasciatevelo scappare.

"The clans are marching against the law
Bagpipers play the tunes of war
Death or glory I will find
Rebellion on my mind"