E’ con estrema 'paura' che mi sono apprestato ad ascoltare il terzo album degli svedesi Hammerfall, dopo la cocente delusione dettata dal singolo piuttosto scarso ed in un anno già dettato dalla pessima prestazione dei Nocturnal Rites nel loro 'Afterlife'.
Come se non bastasse alcune persone, che avevano ascoltato 'Renegade' prima di me, lo avevano descritto come un album tragico, pessimo, assolutamente ridicolo e da evitare come la peste…al che attendevo davvero la mazzata definitiva tra capo e collo che avrebbe messo fine alle mie aspettative.
Non è stato così per fortuna ma di certo non sono rose e fiori…
Il nuovo album dei 'miei' Hammerfall, penalizzato in partenza da una produzione abbastanza carente di Michael Wagener (e per un risultato così potevano restare in Svezia tranquilllamente), è senza dubbio l’episodio più basso e debole della loro carriera, con molti pezzi anonimi e senza mordente, ed è proprio questo che manca al nuovo Cd: non c’è quella freschezza prorompente di 'Legacy of Kings', non ci sono quelle esplosioni di vitalità e non c’è la continuità a cui da sempre ci hanno abituato, ma di certo questo disco non è un disastro.
Anzi, devo dire che dopo i primi due pezzi ero già gasato come un bambino visto che l’opener 'Templars of Steel' è davvero un bellissimo mid tempos mentre la seguente 'Keep the Flame Burning' potrebbe essere tranquillamente accostata ad una 'Dreamland', anche se meno coinvolgente.
Purtroppo mi sono reso presto conto che l’album non è affatto tutto così, bisogna passare per il piattume di 'Renegade' (registrata malissimo, come l’EP, cosa scandalosa questa!) e l’inutilità di 'Living in Victory', pezzo decente ma davvero superfluo, fino ad arrivare alla ballad 'Always Will Be' che è la prima che la band di Oscar Dronjak toppa clamorosamente dopo gli splendori di 'Remember Yesterday' o 'The Fallen One': solito discorso, pezzo carino, ascoltabile ma decisamente sotto tono…e qui devo ammettere di esserci rimasto davvero male…
Fortunatamente il mio morale si risolleva con 'The Way of the Warrior', uno dei pezzi migliori del disco, con un chorus azzeccato ed un lavoro di chitarra originale, si riabbassa con 'Destined for Glory' e 'The Champion', altri due brani scialbi, e per concludere in bellezza ci sono la strumentale 'Raise the Hammer' e la anthemica 'A Legend Reborn' che chiude un Cd molto altalenante e non degno di essere successore di 'Glory to the Brave' e LOK: in ogni caso preferisco 100 volte un disco così, che mi vedrà entusiasta durante i concerti a cantare a squarciagola anche gli ultimi pezzi, che i nuovi Nocturnal Rites o 'Infinite' degli Stratovarius, quindi onestamente consiglio l’acquisto solo ai die-hard fans che idolatrano gli Hammerfall come me, gli altri a cui già Dronjak e soci facevano ridere possono continuare a sfottere con le loro grasse risate…e noi li ignoreremo! Keep the Flame Burning!!!