Secondo album per i tagliapietre statunitensi. Ispirati dall'ormai famoso episodio dei Simpson, gli Stonecutters di Mad Marge approdano (anche loro) alla People Like You Records, particolarmente prolifica di questi tempi grazie all'ondata di psycho-rockabilly rock/punk band in circolazione.
Tutte band difficilmente catalogabili, così come anche i Mad Marge and the Stonecutters, che trovate qui etichettati come punk; in realtà pur dichiarandosi ispirati anche da band quali i The Clash, con il punk la band statunitense ha poco a che fare, proponendosi piuttosto nel filone dello psychobilly, pur con tutte le dovut differenze del caso.
Ma veniamo a questo "Liberated"; prima di tutto la produzione è pessima. E non diciamo che è ininfluente ai fini del giudizio finale, perchè la produzione stessa regala o meno determinate atmosfere all'album. E in questo caso i decantati "tight-sounds" della biografia si tramutano in una resa sonora debole come manco nei primi dischi poweracci italiani mi capitava di sentire. La chitarra è lontana, poco presente; la batteria un ensamble di miniciccioli che scoppiettano e nulla più. Sopra a tutto, spalmata in malo modo e poco amalgamata, la voce (ottima, questo sì) di miss Mad Marge.
Sarebbe ipocrita negare che se questo "Liberated" avesse una produzione migliore il voto finale sarebbe decisamente più alto.
Ed è un peccato, perchè canzoni vincenti ce ne sono, basti pensare a "Hardest Thing" o la opener "No Looking Back". Tra il rockabilly, lo psycho particolarmente in voga oggi, influenze del più disparato rock ed un cantato femminile ma dannatamente aggressivo, questo "Liberated" si rivela ispirato, ma debole nel risultato. Tanto nella produzione quanto negli arrangiamenti, un po' sempliciotti soprattutto per quanto riguarda le chitarre. Peccato, si sarebbe potuto fare di meglio.
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