Che la scomparsa dei Ramones abbia lasciato un vuoto incolmabile nel circo del rock è innegabile; di certo la band dei "fratelli" Ramone è stata una delle poche realtà punk, probabilmente l'unica assieme ai Misfits, a risultare benaccetta al bellicoso pubblico metal, da sempre diffidente e sospettoso noi confronti di questo genere. D'altronde canzoni come "Pet Sematary", "Beat On The Brat" e "Blitzkrieg Bop" hanno allietato ed influenzato più di una generazione di fan della "musica dura" in generale. Purtroppo ora Dee Dee e Joey non ci sono più, ma hanno saputo comunque andarsene con classe, senza far rumore e soprattutto senza volgarità, lasciando a noi tutti una grande eredità fatta di stupende canzoni, concerti coinvolgenti e, soprattutto, di un esempio di attitudine e carisma che nessuna band del genere potrà mai eguagliare. Venendo all'album in questione: forse non molti sanno che, subito dopo lo scioglimento dei Ramones, Dee Dee e Mark, coadiuvati dalla bassista e cantante Barbara Zampetti, moglie di Dee Dee più conosciuta come Barbara Ramone, misero in piedi una band chiamata "The Remains", i rimanenti, iniziando nel '96 una discreta attività live. Nel 1999 dovettero cambiare il nome in "The Ramainz" a causa di problemi d'omonimia con una band già esistente, ed è proprio a quell'anno che risale questo live, pubblicato ai tempi dalla GB Music e ristampato oggi con sospetto tempismo dalla Sanctuary , che furegistrato in un fumoso club di New York e vide la band eseguire19 classici dei Ramones e 2 canzoni inedite. Dee Dee e Barbara, dunque, si alternano al microfono per tutta la durata dello disco con risultati alterni, soprattutto per quanto riguarda il chitarrista /cantante, dotato di una voce stonata, rauca ed afona; invece ascoltare classici come la già citata "Blitzkrieg Hop" o "Sheena Is A Punk Rocker" intonati dalla flebile e gentile voce di Barbara risulta certamente inusuale, ma non del tutto sgradevole. L'intero show si svolge senza momenti di pausa ed, ovviamente, non c'è traccia di alcuna sovraincisione; com'era prevedibile la produzione non è proprio il massimo della vita, ma d'altronde non c'è dubbio che "Live In NYC" sia destinato ad interessare solamente i fan più accaniti della band che ben volentieri passeranno sopra questi difetti pur di sentir gridare ancora una volta l'immortale "one, two, three, four!"
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