Il titolo dice già tutto. La paura uccide la mente. Non resta che ottenebrare questa paura e spingersi più in là, laddove non si può più tornare indietro e scoperchiare il Vaso di Pandora.
L’Ep in questione è composto da una serie di remix tratti da “
Soul Of A New Machine”, affidati alle sapienti mani di
Rhys Fulber, mastermind dei
Front Line Assembly. “
Fear Is The Mindkiller” è l’uomo che tenta di infondere una parte di sè alle macchine e trasmettergli la propria più intima essenza. Nelle mani sapienti di uno scienziato folle, il
Rhys Fulber anzidetto, le macchine vengono sperimentate dotandole di una logica ed un’intelligenza simil-umana. Musicalmente siamo nei meandri di qualcosa di estremamente sovversivo, fondere il metal con l’elettronica, per sublimarli a vicenda e creare qualcosa di estremamente pericoloso. È l’alba della fine, perché da quel momento le macchine prenderanno coscienza di sé e scateneranno il giorno del giudizio.
Al di là dell’aspetto concettuale, il qui presente disco è un riuscitissimo esperimento di techno industrial, usando come base alcuni dei pezzi più riusciti del debutto. “
Martyr” sembra acquisire quella dinamicità che la fa uscire dal tunnel di claustrofobia originario.
I due remix di “
Self Immolation” esplorano il caleidoscopio di rabbia del pezzo originale, qui inserito a mò di pietra di paragone.
“
Scapegoat” ha il clangore metallico dell’acciaio che picchia su altro acciaio, in un tripudio di beat silicei che donano una nuova luce alla canzone, una luce fredda, algida, siderea.
Il remix di “
Scumgrief” ha una buona dose di nuance ambient e distorsioni noise.
Il disco in questione anticipa quello che sarà poi “
Remanufacture”, con la differenza che il metallaro del 1993 non ha considerato questo episodio come il tradimento del metallo.
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