Gli Svartsot provengono dalla fredda e lontana Danimarca, e basta guardare le photo session promozionali per capire immediatamente le loro intenzioni, praticamente quelle di onorare a tutti i costi le tradizioni Folk della loro terra di origine.
Con quale mezzo? Il solito (ben suonato e concepito per carità) Pagan/Viking Metal, possibilmente quello più tradizionale. L'elemento che maggiormente ho apprezzato è che in 42 minuti riescono a dire tutto quello che c'è da dire senza sforare mai nel noioso, mi riferisco a tutti quei dischi dello stesso settore che durano un tantino troppo, ecco fortunatamente in questa circostanza non funziona così.
Le loro atmosfere fra il battagliero e il sognante, caratteristiche che si mischiano in dosi più che equilibrate in ogni loro canzone riescono a tenere alta l'attenzione sino alla conclusione, consegnandoci melodie facilmente memorizzabili e gradevoli. Brani come Gravøllet, Nidvisen e Jotunheimsfærden non hanno nulla da invidiare alle altre bands Viking Metal più famose.
Ottime anche la produzione e la scelta dei suoni asciutti ma potenti, insomma un buon esordio.
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