Come tutti gli artisti dal glorioso curriculum, anche Gary Barden sarà per sempre costretto a “fare i conti” con il suo luminoso e forse un po’ “ingombrante” passato. E’ quasi “inevitabile”, eppure, per molti motivi (non ultimo l’effetto “nostalgia”, che toglie lucidità al giudizio), sarebbe alquanto ingeneroso continuare ad utilizzare la gloria dei tempi andati (sigh!) come pietra di paragone per le nuove prestazioni artistiche. Non cercate, dunque, nemmeno in questo suo terzo lavoro solista (computando anche la singolare antologia “Past and present”) i fasti incredibili e irripetibili del MSG, frutto di una rara congiunzione astrale capace di concentrare in contemporanea e per un breve periodo, una dose strabiliante di talento, tecnica e passione.
In “Love & war”, questo sì, troverete ancora una volta il timbro caldo, risoluto e confortevole di Mr. Barden, impegnato con notevole convinzione in quella che è indubbiamente la sua vera specialità, un hard rock bluesy fatto con il cuore e con i muscoli, cesellato da avvincenti melodie che sanno essere sinuose, intense e vigorose.
In questa situazione, non aspettatevi, dunque, “rivoluzioni” epocali, questa è la “cosa” che l’ex Weapon (ma anche Statetrooper, Praying Mantis e Silver) sa fare meglio, e perché cercare altre strade, magari meno congeniali?
Un concentrato d’ottima musica, vibrante, emozionante e di sicuro impatto (in una maniera addirittura superiore al pur assai gradevole “Agony & the xtasy”, la prova precedente del singer britannico, in cui la componente blues era sicuramente più marcata), dominata da grandi e “semplici” riffs, insigni arrangiamenti ed appassionanti linee vocali, senza grosse sorprese, ma con enorme classe e forza espressiva, ecco cos’è in definitiva questo “Amore & guerra” e proprio come i due sempiterni (purtroppo, se parliamo del secondo) elementi citati nel titolo del disco, anche il genere qui rappresentato sfoggia, se interpretato con questa competenza, tutto il suo carattere trans-epocale.
(Auto)celebrativo? Forse. Tradizionale? Certamente. Bello? Sì, ed è quello che più conta.
Gary John Barden probabilmente non ritroverà mai più (in questo mondo sempre meno attento all’autenticità) i successi e l’attenzione conquistati nei “golden ages”, ma con “Love & war” ha sicuramente recuperato la sua vena migliore.
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