Una persona rincasa dopo un'evidente abbuffata di
"Jack Daniel's And Pizza" e svuota il proprio stomaco in un lunghissimo minuto di rigurgiti e gorgoglii osceni: quale modo migliore per iniziare un disco e mettere sin da subito in chiaro quale sará il tono per i prossimi 45 minuti? E infatti
"Retaliation", secondo album dei
Carnivore di
Peter Steele, fa capire sin dalle battute iniziali che siamo di fronte ad un lavoro sporco, grezzo e bastardo, sia su un piano meramente musicale che sul piano lirico: ed infatti una volta liberato lo stomaco ecco che si parte con la fucilata di
"Angry Neurotic Catholics", un pezzo dalla forte vocazione hardcore che non risparmia alcuna critica verso la religione cattolica e piú specificatamente a coloro che ne seguono i dettami in maniera ossessiva, dipinti come persone nevrotiche, depresse, schiacciate dal senso di colpa che sacrificano la loro esistenza e la loro felicitá in nome di un'eterna salvezza dopo la morte. Rispetto al disco di esordio omonimo uscito nel 1985, con questa seconda ed ultima uscita discografica i Carnivore si distanziano parzialmente dal thrash/speed metal ed incorporano nel proprio suono elementi piú crossover che portarono il batterista
Keith Alexander a lasciare la band per venire sostituito da
Marc Piovanetti: questa influenza si avverte in maniera piú marcata e distinta in canzoni come
"S.M.D.", acronimo di Suck My Dick,
"Race War",
"Jesus Hitler" o
"Ground Zero Brooklyn", tutti pezzi in cui oltre alla ferocia esecutiva tipica dell'hardcore e dello speed si avvertono rallentamenti o soluzioni in questo stile, con tanto di cori che raddoppiano la voce di Steele soprattutto sui ritornelli.
Oltre ad una certa irruenza sonora, "Retaliation" si segnala inoltre anche per una certa violenza per quanto riguarda le lyrics, che non esitano ad utilizzare termini molto forti e a ricreare anche immagini molto crude e dirette con l'ausilio di frasi molto esplicite: la scelta di alcuni titoli poi fu evidentemente provocatoria e portó anche la band a risultare in qualche modo controversa, scatenando esattamente l'effetto che i Carnivore volevano ottenere. D'altronde era ampiamente preventivabile che un pubblico medio, magari nemmeno appassionato di hc o metal, venisse attirato e shockato da titoli quali
"Race War", "Jesus Hitler" o
"Sex & Violence" e non si prendesse la briga di andare a leggere ed analizzarne i testi con un occhio lucido e critico: si sarebbero accorti che quei testi non fanno altro che sottolineare le contraddizioni della societá in cui vivevano ed in cui ancora oggi viviamo anche noi con un'irona cinica, tagliente, affilata e sboccata. D'altronde che questo fosse un tratto distintivo della prosa di Steele non lo scopriamo certo oggi, ed é interessante notare come fosse evidente in tempi non sospetti, quando ancora i Type O Negative non erano ancora realtá. D'altronde é sufficiente dare una rapida letta a versi come:
This is the United States of America
And you got a right to hate who you want
So lets start busting heads
Moslems against Christians
And the Arabs versus Jews
The Catholics and Protestants
No one wins - we all lose
per capire che i Carnivore non erano tre razzisti di Brooklyn e che non promuovessero in alcun modo le guerre razziali o religiose.
Tuttavia l'apice dello senso of humor piú nero e scorretto (nonché uno dei brani musicalmente piú riusciti) si raggiunge probabilmente nella giá citata
"Jesus Hitler", che narra le vicende del protagonista nato dallo stupro di un soldato nazista ai danni di una povera suora durante la Seconda Guerra Mondiale, divorato dalle contraddizioni dei due nomi che porta e che determinano il suo destino: é nato per salvare gli ebrei o per distruggerli a capo del Quarto Reich?
Jesus Hitler
Adolf Christ
Is this the second coming
or the fourth reich?
I have returned
Reich und roll!
A pair of souls trapped in the body of one
Both prisoners of reincarnation
Torn between good and evil
I have returned for salva-elimination!
In generale Peter Steele fornisce una prova lirica impressionante , di una potenza espressiva rara ed enfatizzata da un suono di basso oscuro e ben dominante che poi ritroveremo anche nella produzione targata Type O Negative, che soprattutto nei rallentamenti piú doomy che spezzano la furia hardcore delle canzoni risulta ficcante.
Trova spazio in tracklist persino una cover di
"Manic Depression" di
Jimi Hendrix, resa in una versione punkeggiante e melmosa che si presta perfettamente al mood oscuro e a tratti apocalittico di "Retaliation", che riesce a rappresentare in maniera vivida scene di terrore nucleare ("Ground Zero Brooklyn"), di violenza primitiva e feroce ("Sex And Violence") e persino di futuri meccanici e distopici ("Tecnophobia") con l'ausilio di una musica grezza, diretta, sporca e spietata.
Purtroppo i Carnivore ebbero vita breve dopo l'uscita del disco, ma ebbero senz'altro il merito di porre le basi per una delle formazioni piú importanti ed influenti del metal, quei Type O Negative il cui esordio "Slow, Deep And Hard" contiene alcuni brani originariamente scritti e pensati proprio per i Carnivore.
Chiudo con un interrogativo: a fronte di liriche spesso esplicite e deliberatamente provocatorie che non si esimono dal toccare temi scottanti e a criticare apertamente e ferocemente certe frange della societá, che accoglienza e che ricezione avrebbe avuto un disco come "Retaliation" ai giorni nostri?
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