A meno di un anno di distanza dal debutto i
Malevolent Creation danno alle stampe il nuovo “
Retribution”, un disco che ci pone di fronte a una band che sembra nuova data la stupefacente evoluzione avuta in così poco tempo.
La novità non è solo dovuta ai cambi di line-up, che vedono l’arrivo di
Rob Barrett alle chitarre e di
Alex Marquez dietro le pelli, ma è proprio il sound a cambiare, evolvendosi in un death metal finalmente libero dal retaggio thrash del debutto e con una notevole iniezione di brutalità che si riverbera anche nelle vocals di
Brett Hoffman.
Con una produzione migliorata, sempre opera di
Scott Burns, il sound della band si ispessisce, diventa più tecnico e maturo, maggiormente affilato. E siccome squadra che vince non si cambia, la ottima copertina è ancora una volta opera di
Dan Seagrave.
Laddove “
The Ten Commandments” era più arioso, più heavy, con un sound sì pesante ma vario, “
Retribution” restringe le soluzioni, addensandole, in tutti i sensi.
E in effetti basta ascoltare il dittico iniziale “
Eve Of The Apocalypse”, che tra l’altro contiene il tema portante del film “
Henry pioggia di sangue”, il che è tutto dire, e la successiva “
Systematic Execution” per toccare con mano un songwriting più oscuro, brutale, con una densità e una intensità di suono che nel debutto erano diluite nelle strutture maggiormente thrashy delle canzoni.
Un notevole passo avanti è fatto dal punto di vista della batteria,
Alex Marquez è un batterista cazzuto, che picchia come un selvaggio ed è veloce, dannatamente veloce.
“
Slaughter Of Innoncence” è un anthem assassino, una canzone mastodontica, che si fregia di un passaggio lirico nel quale il cantante urla in maniera forsennata la parola “Murder!” seguita da un assolo al fulmicotone di
Fasciana che sembra una rasoiata, la rasoiata che recide la giugulare del povero malcapitato. Un pezzone incredibile.
“
Coronation Of Our Domain” rallenta un po’ la proposta musicale, con mid tempos cadenzati comunque affogati in un riffing tagliente e affilato.
Il sound si diceva è tecnico, ma non complesso, il che spesso si traduce in strutture più lineari e, forse, più ordinarie, come “
No Flesh Shall Be Spared”, che non impediscono di prevedere dove la canzone vada a parare, nonostante le numerose accelerazioni e le decelerazioni. Lo stesso si può dire della successiva “
The Coldest Survive”, nonostante sia un pezzo molto violento e veloce, almeno nella prima parte, perché da metà canzone in poi la coppia d’asce
Fasciana/Barrett, supportata da
Marquez, compie miracoli.
Miracoli che si ripetono sulla breve ma intensa “
Monster” e nella conclusiva “
Iced”.
“
Retribution” è un disco con pochi punti deboli, molto diverso dal debutto ma non per questo meno valido, e in effetti viene sovente citato, in alternativa, come il miglior disco della band.
Personalmente gli preferisco di un pelo il debutto, disco più vario e personale e storicamente più importante, ciò non toglie che “
Retribution”, sebbene alla lunga un po’ monocorde, sia stato, parimenti, un disco che abbia influenzato tantissime band.