Pian piano Alex De Rosso si sta facendo valere nell'ambito della scena hard rock internazionale, non solo per il suo ingresso nella storica formazione dei Dokken, chiamato in vece di ullustri nomi, quali George Lynch, Reb Beach, John Norum, ma anche per un'attività solistica che ora lo porta al terzo episodio discografico.
Di sicuro chi ha apprezzato i precedenti due lavori (omonimo ed "Ossimoro") potrebbe restare inizialmente sorpreso da questo "The Thin Line Between Black And White", ma non deluso.
Sì, perchè Alex è riuscito a dar vita ad un album che si differenzia in gran parte da quanto prodotto fino ad ora, ma che si mette anche in evidenza per composizioni d'effetto, dal forte approccio emozionale, suonate con gran classe e passione.
Con l'eccezione dell'impatto garantito dall'iniziale "Nowhere, Somewhere", "A Good Past" e la conclusiva strumentale "Nobody Is Perfect", le successive composizioni si rivelano per la maggiore brani sia musicalmente, che liricamente profondi e molto introspettivi.
Ora i temi chitarristici del passato cedono il posto alla voce e le sonorità diventano ombrose, grezze, moderne (non all'inverosimile, però), facendo trasparire riferimenti ad artisti come Alice In Chains su tutti, ma accompagnate e smussate spesso da tracce di clean guitar e dalla componente hard rock che non viene dismessa, ma fatta collimare, senza stridere in alcun modo con i nuovi confini sonori del musicista.
Non ci vorranno molti ascolti per farsi già trasportare dalla bellezza di melodie e brani come "Try", "You Don't Need Me", "Now Or Never", "Eternity", "Every Moment"......
A farsi carico del ruolo di cantante è proprio lo stesso Alex, con una voce in piccola parte da maturare, ma già buona ed appropriata per il genere in questione; senza contare, come di consueto, il suo pregevolissimo lavoro alla sei corde, con assoli sempre azzeccati, coinvolgenti, splendidamente malinconici, intelligenti.
Nota di merito per una sezione ritmica, che vede coinvolti Simon Dredo e Bob Parolin, ben in sintonia, esperti ad assecondare, enfatizzare gli accenti e gli anticipi ritmici delle chitarre.
Non mi riservo remore a considerare ottima la qualità generale delle composizioni, per un album che spero non passi inosservato. Non tralasciate questo lavoro, dategli una possibilità e non ve ne pentirete.
Forza Alex!!
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