Se avessi scritto le mie impressioni su questo album l’anno della sua uscita (1998), tutto sarebbe partito dalla prima canzone e dalla sua introduzione ("
Farewell" + "
Kaamos)".
“L’addio” cantato da Ville, da solo, necessiterebbe fiumi di inchiostro e abilità descrittive degne dei piu’ grandi scrittori per rendere appieno lo splendore di questa canzone che, oltre a caratterizzare l’album, può’ essere considerata anche come il manifesto di 16 splendidi anni…
Oggi, a dieci anni di distanza, invece, comincio con la fine, ovvero con "
Mourn"; è sempre difficile commentare una canzone strumentale e, impossibile, descrivere a parole le sensazioni che questa sequenza di note puo’ trasmettere ai nostri sensi, ma se volete abbandonarvi ad una dolcissima malinconia, farvi trasportare dai vostri ricordi piu’ belli, ritrovare quel passato che tanto vi manca e avere la netta sensazione di riviverlo ancora…allora, infilate questo disco “argento – ghiaccio” nel vostro lettore, scorrete fino alla traccia 12 e vivetevi questa canzone…
Frozen non è pero’ solo un inizio e una fine; la “Notte Polare” è infatti lo sfondo di un viaggio fatto di panorami melodici e riflessivi come “
The Rain Comes Falling Down”, o “
Dead Leaves” (di cui vi consiglio vivamente di leggere il testo…), e accelerazioni repentine e potenti come la leggendaria “
The suicider” o la collerica "
For The Love I Bear"
Nei 48 minuti e 53 secondi che segnano i confini di questo gioiello, non troverete una traccia al di sotto dell’eccellenza, e, francamente, ho finito gli aggettivi per definire questo capolavoro assoluto!!
Per alcuni album le parole sono inutili, devono solo essere ascoltati!!
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