Copertina 9

Info

Past
Anno di uscita:1987
Durata:45 min.
Etichetta:Enigma

Tracklist

  1. THRASHERS
  2. EVIL PRIEST
  3. VORACIOUS SOULS
  4. KILL AS ONE
  5. THE ULTRA-VIOLENCE
  6. MISTRESS OF PAIN
  7. FINAL DEATH
  8. I.P.F.S.

Line up

  • Mark Osegueda: vocals
  • Rob Cavestany: guitar
  • Gus Pepa: guitar
  • Dennis Pepa: bass
  • Andy Galeon: drums

Voto medio utenti

Nel 1982, a San Francisco, dalla volontà di tre cugini originari delle Filippine: Rob Cavestany alla chitarra, Dennis Pepa al basso e Andy Galeon alla batteria, nacquerò i Death Angel; originariamente con il nome di DarTheory, a cui a breve si aggiunsero il quarto cugino (fratello di Dennis), Gus Pepa (chitarra), e nel 1984 il cantante Mark Osegueda.
La band riuscì ad essere notata da niente meno di Kirk Hammet dei Metallica, il quale produsse il loro demo, e di lì a poco, per la precisione nel 1987, tramite la label “Enigma”, pubblicarono il loro primo full-length: “The Ultra–Violence”.
È da segnalare la giovane età di tutti i membri del gruppo, incredibilmente si trattava di ragazzi al di sotto dei vent’anni; il più giovane era Andy Galeon alle pelli, che aveva solo quattordici anni.
È sorprendente la maturità stilistica che questa famigliola riuscì a veicolare nel loro esordio discografico, sembra proprio di avere a che fare con musicisti ben navigati e non con dei ragazzini.
Il sound dei Death Angel del primo LP è un Thrash Metal piuttosto tecnico, con ottimi inserti melodici e con delle tendenze Progressive, come si può notare nella splendida title-track dalla durata di oltre 10 minuti, il tutto unito ad un suono e un’attitudine molto violenta. Probabilmente questo disco è il più spontaneo e old-school della band, che dal seguente album “Frolic Through the Park” (1988), incrementerà ulteriormente la componente tecnica e melodica.
I Death Angel sono accostabili, come già avrete intuito, alla frangia più technical e complessa del genere, come Forbidden, Toxik, Megadeth, Dark Angel, Voivod, ecc.ecc., anche se “The Ultra-Violence” è in grado di soddisfare perfino i palati più duri. È composto da otto brani spalmati su circa quarantacinque minuti di metallo incandescente. Si parte con la furibonda e iconica “Thrashers” per poi proseguire con la tiratissima “Evil Priest”, che si apre all’insegna dell’ignoranza grazie a un riff infarcito di fill di doppia cassa ridondanti che culminano in una serie di stop and go al cardio palma; a cui si aggiungono notevoli momenti densi di groove, tempi in progressione esaltanti, e il basso che in certi frangenti si impadronisce della scena. Dopodiché nell’ascolto delle songs si inizia ad intravedere con sempre più forza la vena melodica e Progressive dei filippini, si pensi all’ottima “Voracious Soul”, e in particolar modo a “Kill as One”, con i loro ammiccamenti armonici inseriti tra le trame brutali che portano con sé reminiscenze della NWOBHM, soprattutto nel cantato di Osegueda (prevalentemente nella prima delle due).
Si giunge così agevolmente alla traccia numero cinque, la title-track, dove i nostri sfoderano come già accennato un lungo brano strumentale, in cui mettono in mostra tutte le loro qualità tecniche e la loro varietà di songwriting, riuscendo nell'impresa di non tediare l’ascoltatore.
Si riparte con il botto con la rocciosità thrashy di “Mistress of Pain” e la cadenzata “Final Death“ – che forse rappresenta l’unico brano leggermente sottotono – per poi arrivare all'atto finale con l’Hardcore-Punk strumentale di "I.P.F.S.".

Il piatto forte di “The Ultra-Violence” è rappresentato dal grandissimo numero di riff azzeccati e di presa immediata che si susseguono l’uno all’altro all’interno degli stessi brani, rendendo così le canzoni stratificate, uniti ai continui e sorprendenti cambi di tempo che contraddistinguono tutto il lavoro; senza altresì mai perdere la visione di insieme, e questo in buona parte grazie all'ottima prestazione di Cavestany, principale songwriter, oltre che solista, dell’ensemble californiano.
La produzione svolta da Davy Vain (frontman del gruppo Sleaze/Hair Metal Vain) riesce a donare alle canzoni il giusto compromesso tra ruvidità, bilanciamento degli strumenti e armonie, configurandosi come una delle migliori del suo anno. Degno di memoria è anche come è stato catturato il groove del basso di Dennis Pepa, vero e proprio motore della sezione ritmica dei Death Angel insieme a Galeon.

Per quanto riguarda le tematiche non ci sono cose particolari da segnalare, se non che sono in tema con il titolo, ovvero all'insegna dell’“ultra-violenza”; che passa dalle più stereotipate scorribande da vita on the road e on stage del metallaro duro e puro, al satanismo, alle critiche feroci e taglienti sul filo dell’anticristianesimo e a scenari apocalittici di vario genere.

Un album tra i più belli del suo anno, e non è poco se pensiamo che il 1987 annovera l’uscita di lavori del calibro di “Pleasure of the Flash” degli Exodus, “Among the Living” degli Anthrax, “The Legacy” dei Testament, “Persecution Mania” dei Sodom, “Terribile Certainty” dei Kreator, “Taking Over” degli Overkill, ecc.ecc.
Peccato, almeno secondo chi vi scrive, che non siano riusciti a sviluppare a pieno il loro sound con i successivi e discreti “Frolic Through the Park”(1988) e “Act III”(1990) – ai quali seguirà lo scioglimento della band e un periodo di stop di circa dieci anni –, che gli avrebbe consentito di entrare di merito nell’olimpo dei mostri sacri. Le carte in tavola c’erano tutte.

Recensione a cura di DiX88

Recensione a cura di Ghost Writer
The Ultra-Violence

è un album davvero potente e articolato, canzoni immense. Capolavoro.

the ultra-violence

devastante

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.