Tornano alla ribalta i danesi Panzerchrist, quintetto danese che fa della macellazione sonora il proprio credo, proponendo una mezzora di sano brutal death certo asssolutamente non originale ma ben suonato e piuttosto accattivante. La line up è di tutto rispetto, con elementi provenienti da band illustri della scena brutale quali Illdisposed e Frozen sun, e ovviamente il tasso tecnico del gruppo risulta essere piuttosto alto (specialmente per quello che riguarda il batterista, Reno Killerich), il che permette alla formazione di destreggiarsi abilmente tra pezzi tiratissimi, stacchi rallentati e assoli abbastanza ispirati (invero assai rari, come canoni del genere richiedono). I nostri non si vergognano affatto di mostrare la loro devozione al tipico sound americano, pagando pegno a band quali Monstrosity e in parte ai Morbid Angel, e sfoderano otto canzoni che gridano rabbia e vendetta in ogni nota (tra l'altro è curiosa, anche se praticamente irrilevante nel risultato, la scelta di cantare in tedesco, scelta questa effettuata per poter conferire maggior impatto e potenza alle linee vocali), che non lasciano scampo, che instillano una tortura continua alle nostre povere orecchie, che scorrono via una dopo l'altra, senza cedimenti ma, purtroppo, anche senza particolari sorprese. "Soul collector" infatti si lascia ascoltare volentieri, ma manca della scintilla, dell'aura del capolavoro, non riesce ad emergere dal mare del metallo estremo, e di conseguenza i Panzerchrist rimangono decisamente una band di secondo piano nel panorama brutal, un gruppo tutto sommato trascurabile. Uscita che mi sento quindi di consigliare solo ai fanatici del genere, gli altri possono tranquillamente passare oltre.....
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