E bravi Heartland! Dopo anni di onorata carriera, macinando dischi su dischi rimanendo però sempre in seconda linea rispetto ai ben più blasonati nomi del genere, ti tirano fuori questo “Mind your head”, e allora pensi davvero che il vento possa cambiare. Già, perché rispetto ai dischi precedenti, e soprattutto all’ultimo “Move on”, la band capitanata da Chris Ousey pare avere innestato una marcia in più. Il groove dell’opener “Magazine” pare già un buon inizio, ma la triade successiva è assolutamente da infarto! “For pity’s sake”, “Frozen hearted” e “Last man to fall” sono straordinarie, tra i più bei brani rock mai ascoltati quest’anno, una sorta di incrocio vincente tra i Bad Company e il più recente Bob Catley solista. Un album brillantemente bilanciato tra episodi melodici, più vicini alla tradizione della band (è il caso ad esempio della splendida “Run for your life”, o della delicata ballad “A fathom I fell”) e sfuriate hard rock letteralmente a briglia sciolta, come “A mountain to climb” o la conclusiva, devastante “The best is yet to come”. Su tutti, svetta la prova vocale di Steve Ousey, decisamente a suo agio nell’offrire interpretazioni memorabili (ma lui del resto non è mai venuto meno a tale compito!). Non fraintendetemi: la band britannica ha sempre fatto il proprio dovere, e ha potuto sempre contare su uno zoccolo duro di appassionati. Semplicemente, nessuno dei loro lavori aveva saputo colpirmi come questo. Speriamo davvero che, come recita l’ultimo brano di “Mind your head”, il meglio debba ancora venire…
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