I Tharaphita sono l'ennesima band proveniente dall'Estonia dedita a un pagan/black metal di stampo piuttosto classico. E' importante notare come non si tratti di novellini, visto che il gruppo è attivo fin dalla metà degli anni Novanta ed è arrivato già al suo quarto album con discreto successo. L'esperienza accumulata ha permesso loro di sviluppare un sound abbastanza personale, costruito quasi completamente con l'uso di strumenti moderni, lasciando perdere quella consuetudine di infarcire album di questo tipo con elementi folk e classici. In questo modo è stato raggiunto un equilibrio tra parti più tirate e legate alla tradizione black, e momenti più melodici in cui fanno capolino anche alcuni pregevoli assoli di chitarra.
La capacità di comporre canzoni varie e interessanti è fondamentale in questo genere ormai inflazionato come i film demenziali sotto Natale... l'ascoltatore ha sempre l'impressione di sapere cosa lo aspetta all'istante successivo, ma fortunatamente questo non succede con i Tharaphita. La musica si evolve sempre con discreta naturalezza, e dal punto di vista tecnico non c'è proprio nulla da recriminare. Anche la prestazione vocale di Ank è di tutto rispetto, pur non segnalandosi per nulla di particolare.
E' questo forse il 'difetto' principale di "Iidsetel Sünkjatel Radadel": quello di presentarsi come un buon album, sicuramente sopra la sufficienza, ma un po' troppo omogeneo e livellato per far sussultare sulla sedia chi si trovi a sentirlo. Sembra, in pratica, un buon compitino svolto con perizia e dedizione, ma mancante di quel guizzo in grado di far aumentare di qualche punto l'indice di gradimento complessivo.
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