Nuovo lavoro per i Monster Magnet, formazione ormai prossima al traguardo dei due decenni di attività. L'album conferma le direttive dei precedenti, nessuna sorpresa nella rodata formula della band newyorkese. Solide rock-songs ad alto voltaggio, ben equilibrate tra ritornelli accattivanti ed un rivestimento di grintosa ruvidità che le distingue da certe produzioni americane troppo edulcorate.
Il sound dei Magnet, coinvolgente ed alla portata di un pubblico allargato, resta comunque decisamente heavy. Anche questa volta l'impatto dei brani si conferma mediamente vigoroso e l'atmosfera generale non si scosta dal classico "high-energy rock" al quale il gruppo ci ha abituato. Casomai cresce la sensazione di una formazione sospesa tra luminoso passato e concreto presente. Il disco contiene infatti alcuni buoni hits nel segno della più recente tradizione groove-oriented, su tutti le trascinanti ed iper-vitaminiche "Wall of fire" e "Slap in the face". Ottimi esempi di grinta ed immediatezza, ideali per la dimensione live ma anche per eventuali ambizioni di classifica.
Altrettanto positive l'esplosiva "Blow your mind", dove emerge la passione per il garage sixtiees, insieme alla rilettura della preistorica "2000 lightyears from home", canzone targata Rolling Stones. (per chi ama i confronti è la stessa cover che i Grave Digger inserirono nel mitico primo album. Quella era un bolide in corsa, questa un'onda sinuosa...nda).
Sull'altro piatto della bilancia troviamo invece qualche notevole richiamo all'iniziale incarnazione psych-rock, come la melodia amara e rassegnata della title-track, l'episodio strumentale "Freeze and pixelate" e soprattutto il brillante respiro "cosmico" della vellutata "Cyclone". Appena il minimo per chi è stato l'influente precursore dell'attuale scena rock-psichedelica, ma oggi a Wyndorf e soci non si può chiedere di più.
In un paio di occasioni il vissuto cantante cede alle sue smanie di protagonismo, con risultati inferiori agli standard del gruppo, riscattandosi però nel concedere maggior spazio del solito alla lead di un Mundell in grande spolvero.
Nell'insieme i Monster Magnet mostrano di avere ancora una discreta freschezza d'idee, tenendo conto dei vent'anni di onorata carriera. Un'album che non ripeterà l'exploit commerciale di "Powertrip", ma si colloca dignitosamente nella discografia della band.
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