Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2007
Durata:19 min.

Tracklist

  1. WITHERED WINGS
  2. HER CRIMSON LUST
  3. TRANSCENDENCE
  4. HOLZWEGE

Line up

  • Andrea Tappini: vocals, guitars
  • Simone Mariotti: drums
  • Riccardo Rogari: bass
  • Enrico Prataiolo: drums

Voto medio utenti

E' incredibile ascoltare la maturità artistica di questi ragazzi giovanissimi, veramente alla prima esperienza. Se non avessi letto sulla biografia che si tratta del demo d'esordio, stenterei a credere di non trovarmi davanti a un gruppo già affermato. Certo, le pecche in questo "First Step To Nowhere" ci sono e vanno sottolineate, ma complessivamente credo di trovarmi davanti a uno dei dischi dimostrativi più promettenti che abbia mai sentito.
Iniziamo con il primo problema: il nome della band, ispirato presumo al capolavoro dei Satyricon, non è affatto rappresentativo della musica prodotta dalla band perugina. Uno si aspetterebbe di trovarsi davanti a un classico black in stile norvegese sulle orme della band di Satyr e Frost, con riff caotici e magari qualche inserto folkeggiante. Niente di più sbagliato, perché i Forhekset si muovono sempre al limite con il death melodico, proponendo come naturale termine di paragone i Dissection. Anche le strutture ricordano particolarmente il gruppo svedese, con i frequenti arpeggi di chitarra a interrompere le composizioni. L'ultimo pezzo è completamente acustico e riporta alla mente il mitico Kveldssanger degli Ulver, grazie a una spendida composizione tutta giocata sull'alternanza con il flauto. Gli amanti dell'aggressività non si scoraggino, perché nei primi pezzi di "First Step To Nowhere" ce n'è, e in abbondanza. Riff incalzanti, doppia cassa, uno screaming rabbioso e azzeccato sono gli ingredienti su cui si muove il songwriting a opera della coppia d'asce. Molto buona anche la prestazione tecnica della band, sempre sopra le righe. Purtroppo lo stesso non si può dire per la produzione, un pelino troppo asciutta e con i livelli spesso sbilanciati a favore della batteria.
Come avrete capito stiamo parlando di peccati veniali, che inseriti in questo contesto sembrano più come il classico cercare il pelo nell'uovo che una vera e propria critica. Fortunatamente i Forhekset sembrano aver avuto riscontri positivi anche dall'estero, e questo fa ben sperare per il futuro della nostra scena estrema.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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