Prima di tutto: non parliamo di reunion. Vero che gli australiani Mortal Sin, indubbiamente tra le band da me preferite del periodo d'oro della seconda metà '80, furono e sono perlopiù Mat Maurer, ma delle line-up dei dischi d'oro restano solo lui e Andy Eftichiou al basso.
In realtà arrivano al ritorno discografico nel tardo 2007, ma sono attivi, nuovamente, dal 2004... qualche demo, pre-produzione e poi il concerto al Wacken dello scorso anno che li ha sicuramente rilanciati agli occhi delle nuove leve e dei vecchiardi che se li erano scordati.
Questo comeback dei thrashers australiani non è un brutto disco, questo c'è da dirlo.
C'è tutto quel che si chiede ad un album thrash che più Bay Area non si può, ed anche il timbro tipicamente Hetfieldiano di Maurer, che l'ha sempre contraddistinto, è variato assai poco in tutti questi anni.
Episodi come "Deadman Walking" sono quello che i Metallica non hanno più fatto da "Master of Puppets" in avanti, nonchè ciò che si chiede agli autori di must quali "Mayhemic Destruction" ma i Mortal Sin non si limitano ad un amarcord del sound d'antan, ma provano con coraggio soluzioni inusitate, come in "Eye in the Sky" o ancora nella bella "My Nightmare".
Il risultato è buono, non trascendentale, ma buono; qualche pezzo pecca di banalità qua e là, negli arrangiamenti o nei riffing, ma nel complesso si tratta di un disco piacevole.
"An Absence Of Faith" rappresenta un buon ritorno sulle scene, non da far urlare al miracolo, ma è una buona premesse per riprendere un discorso interrotto già troppe volte adl 1985 ad oggi. Per ora accontentiamoci, vediamo che cosa ci riservanno questi vecchiardi nel futuro prossimo
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