Copertina 5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2008
Durata:49 min.
Etichetta:Inside Out
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HIDE IN MY SHADOW
  2. SACRED & MUNDANE
  3. BACK & FORTH
  4. LANDSCAPE
  5. MARKERS
  6. DRAGONS, DREAMS & DARING DEEDS
  7. CROWDED EMPTINESS
  8. HIDE & SEEK

Line up

  • Paul Rarick: vocals
  • Chris Herin: guitars
  • Jeff Whittle: bass
  • Mark Evans: drums

Voto medio utenti

Ritorno sulle scene per la band statunitense, da sempre legata alle sonorità prog rock anni '70 e prona di fronte alle icone di Rush e Genesis, con i quali sono sicuramente cresciuti anagraficamente e come musicisti.
Tuttavia, non si comprende bene la decisione dei Tiles a fronte di questo loro quinto disco: volontà di rinnovarsi, nel sound e nelle idee, con qualche inserto più hard e movimentato, come dimostrato anche dal precedente "Window Dressing", o fossilizzazione estrema nella venerazione per i Rush, sempre più ingombrante ed evidente?
"Fly Paper" appare così, in eterno ed interno contrasto con se' stesso, e questo fà sì che la qualità ne risenta, risultando probabilmente come il meno riuscito dei loro dischi, lontano dalla freschezza e dall'ispirazione di "Presents of Mind", proprio quell'ispirazione che sembra latitare pesantemente in questa release.
L'iniziale "Hide in My Shadow" e "Landscrape" ne sono la prova lampante, con un bizzarro tentativo di uscire dal seminato, subito rientrato nel proseguio dei brani, che tornano ad essere maggiormente ordinari e derivativi.
La presenza di numerosi ospiti, tra cui lo stesso Lifeson dei Rush (tanto per dichiarare senza problemi quanto i Rush contino per la band), non riesce a sollevare il platter da una pesantezza di fondo a cui, ahimè, contribusce anche una produzione del mio amato Terry Date che davvero lascia esterefatti per piattezza ed asetticità, nonostante l'esperienza e le ottime prove fatte registrare con Fates Warning e... Rush, avete indovinato.
Molto curato invece il packaging ed intrigante la cover, veramente azzeccata.
Un disco che, probabilmente a causa della troppa pressione e della necessità di voler tentare il tutto per tutto, ha finito per essere il classico passo più lungo della gamba.
Recensione a cura di Wes Lukjer

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.