Guerra, coraggio, sangue, morte. L'attitudine dei novaresi Frangar non lascia davvero nulla all'immaginazione, dal titolo dell'album fino ai sample tratti da canzoni o discorsi d'epoca sparsi qua e là negli otto brani che compongono questo "Totalitarian War". Pur non essendo un guerrafondaio, da appassionato di storia posso solo lodare l'attenzione e la cura con cui questi ragazzi hanno ricreato l'atmosfera delle guerre combattute, con alterne fortune, dal nostro Paese in passato. Storie di ardore dei singoli, mossi dai propri ideali e convinzioni, spesso contrastanti con la scarsità dei mezzi e di capacità dei propri comandanti. Il rischio è quello di scivolare nella retorica, ma questo dipende da quanto siate disposti ad accettare questo duro messaggio.
Il preambolo potrebbe sembrare eccessivamente prolisso, ma la realtà è che i Frangar giocano buona parte delle loro carte a livello concettuale. Il black metal proposto in "Totalitarian War" è infatti piuttosto ispirato, ma anche altrettanto canonico. Schegge velocissime sono alternate a parti più marziali e battagliere, con gli epici riff di chitarra accompagnati in maniera eccellente da una sezione ritmica sopra le righe e soprattutto dal cantato in italiano del Colonnello. Devo dire a proposito che è la prima volta che posso ritenermi veramente soddisfatto dell'uso del nostro idioma in un album metal: sarà la qualità delle liriche, sarà l'uso che ne fa il talentuoso singer... fatto sta che il risultato non ha nulla da invidiare agli storici dischi norvegesi, anzi in alcune parti (come quella declamata della title track) raggiunge livelli di incisività sentiti raramente prima d'ora.
Tutti gli otto brani sono degni di nota, e non ci sono veri e propri cali di tensione in "Totalitarian War". L'unico episodio che si segnala per qualche elemento di diversità è la lunga e conclusiva "Lupi Bianchi", impostata su tematiche di misantropia e amore per la natura che in un certo modo avvicinano i Frangar al filone pagan. Ma non è certo cosa che possa cambiare le sorti dell'album, così intransigente da poter essere solo amato od odiato. Dopo gli Spite Extreme Wings un'altra nera perla si eleva a difendere l'onore, almeno in campo musicale, della nostra Italia.
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