“Raw and real”, come dire schietto, grezzo, puro e autentico … mai come in questo caso il titolo di un disco da solo sarebbe sufficiente per spiegarne l’essenza artistica.
Cosa c’è di più naturale e vero del blues elettrico ed “acido”, di un suono che ha origine partendo dai maestri Howlin’ Wolf, Muddy Waters e BB. King, e si dipana attraverso le esperienze di Cream, Jimi Hendrix, Robin Trower, Frank Marino e i Mahogany Rush, tanto per fare qualche nome “piuttosto” noto e apprezzato?
Ebbene, Stoney Curtis (e i suoi due colored pards … il classico “power trio”, insomma!) è proprio a quelle fonti che si abbevera per la sua produzione musicale, dimostrando di possedere, oltre ad una scintillante preparazione chitarristica (produce Mike Varney, una garanzia di competenza!) e una pastosa vocalità, anche una sostanziosa affinità “spirituale” con i suoi precettori, dote fondamentale per risultare efficaci e credibili in questo genere musicale solo apparentemente “facile” da affrontare.
Tredici brani pregni di calore e sensibilità, mai ridondanti, che scorrono confortevoli e accoglienti in maniera analoga all’abbraccio della propria (o del proprio) partner di lunga data, ancora capace nondimeno di essere intenso ed emozionante come se fosse l’anelato (primo) risultato di una conquista nuova di zecca.
Tanto blues, molte buone vibrazioni e qualche “fisicità” di esplicito retaggio hard, le quali, unite ad un tocco psichedelico davvero intrigante, che si esprime anche tramite un suggestivo e sofisticato mood atmosferico (per referenze ascoltate la bellissima “Behind the sun”, con i suoi bagliori Floyd-iani), rendono questo “Raw and real” un lavoro sicuramente non sorprendente e tuttavia parecchio piacevole e fluido all’ascolto, a patto però, come appare ovvio, che nel Vostro animo, magari ben nascosto sotto qualche strato di “metallo”, ci sia almeno un po’ di quella “robetta” in grado di farvi approssimare in qualche modo all’ambito appellativo di “uomini (e donne, non facciamo gli sciovinisti!) di blues”!