Terzo album per i greci Phantom Lord, ormai vera istituzione in terra natia per i sostenitori del power più trito, melodico e melenso che esista. Sulle queste coordinate si muove anche "Circe of the Wasted", un lavoro che ci offre una band più matura nel songwriting, per quanto riguarda le chitarre, capace però, ancora una volta, di rovinare tutto con delle tastiere invadenti sparate a volumi altissimi, tanto da sovrastare il resto. La produzione, debole e satura di alti, lascia alquanto a desiderare e non riesce mai a graffiare come dovrebbe. Musicalmente questi Phantom Lord potrebbero essere paragonati a milioni di bands, rispetto alle quali non hanno molto più da dire, ma i nomi più di spicco ai quali possono essere paragonati sono Ed Guy e Kamelot, ai quali va aggiunto un cantato a tratti davvero simile a quello di Michael Kiske. Le songs contenute in questo terzo full-length si fanno ascoltare tutto sommato piacevolmente, ma fino alla fine si attende il vero picco qualitativo che non arriverà mai; ben poco condivisibile è poi la scelta di togliere spazio alla sezione ritmica, davvero sacrificata, a favore di cori e tastiere ai limiti della decenza. Non può mancare la ballata strappalacrime dalle melodie sdolcinate, ruolo in questo caso assunto dalla orribile "Bellow your Breath", inno alla trivialità musicale, e dalla altrettanto scolorita "Lust for your Touch", davvero anonima e pacchiana. Insomma, questo "Curse of the Wasted", se già conoscete la band greca, sarà solo una conferma; si tratta di un album che potrà essere apprezzato solo ed esclusivamente dagli amanti delle sonorità zuccherose, tastieriose e "poppy" del pseudo-power metal odierno. Tutti gli altri ne stiamo abbondantemente alla larga.
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