Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
A quattro anni dall'ultimo lavoro in studio, quell'
Hell to Pay che tanto divise pubblico e critica, torna l'inossidabile Don Dokken, a cavallo della sua creatura, per regalarci un altro lavoro di hard rock di classe.
Ad essere sinceri, però, questo nuovo
Lightning strikes again ha un sapore agrodolce, e di certo non fa gridare al miracolo. Si sente lontano un miglio che il disco è costruto con molto, molto mestiere, ma che l'ispirazione e la fantasia artistica sembrano aver lasciato casa Dokken ormai da un pezzo: le 12 songs si appoggiano, infatti, a tutti i cliché del genere, senza mai (o quasi) regalare un sussulto degno di tale nome. Per carità, stiamo parlando di un lavoro sicuramente di un livello notevole; brani come
Heart to stone, la lenta
How I miss your smile o l'anthemica
Give me a reason sono pezzi godibilissimi. Quello che, a nostro avviso, manca un questo lavoro, è la potenza, la 'botta' che Lynch e Pilson garantivano a tonnellate; anche la voce di Don non sembra voler osare più di tanto, preferendo territori sicuri e solidi, ad improbabili arrampicate vocali.
Come sempre, insomma, è una questione di gusti.
Lightning strikes again è un disco bello e ben suonato, ma con la pecca di non riuscire a coinvolgere come i grandi capolavori del passato. Una band di questo calibro, purtroppo o per fortuna, deve soddisfare delle aspettative decisamente alte, da parte della fan-base e della stampa specializzata, e questo pur buon cd ti lascia decisamente con lo stomaco mezzo vuoto....