Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:57 min.
Etichetta:Eternal Legacy Records
Distribuzione:Lugga Music Promotion

Tracklist

  1. THE SENTINEL
  2. CELTICA
  3. AFTERWORLD
  4. FOR EVERMORE
  5. KING OF THIEVES
  6. ABSENT FREINDS
  7. ERINMOR
  8. DANCE ON YER GRAVE
  9. FORGIVE ME
  10. GUARDIAN OF ETERNITY

Line up

  • Ciaran Ennis: vocals
  • Dave Morrissey: guitars, keyboards
  • Keith Hendley: guitars
  • Dave Boylan: bass
  • Conor Gillen: drums

Voto medio utenti

Le melodie nelle chitarre ed il tocco folk della breve introduzione "The Sentinel" sono subito un buon indizio: nei Celtic Legacy sono, infatti, evidenti le radici celtiche che portano facili accostamenti ai Thin Lizzy ed al Gary Moore più elettrico ed allo stesso tempo legato alle proprie radici (ad esempio quello di "Wild Frontier").
"Celtica" è quindi la prima vera e propria canzone, con le fluenti chitarre di Dave Morrissey e Keith Hendley sempre abili a ricreare atmosfere celtiche, peccato che Ciaran Ennis, cantante della formazione irlandese, non sia particolarmente versatile e sopratutto non riesca a dare il calore ed il colore necessari ai brani. Segue "Afterworld" che lascia intravedere un evidente feeling con gli Iron Maiden, sia per quanto riguarda il guitarwork sia per quei chorus che ricordano quelli di "Somewhere in Time", mentre "For Evermore" ha un taglio più rockeggiante e culmina in un lungo, e convincente, assolo. Tocca invece alla ritmata "King of Thieves" ed alla delicata (almeno nella sua prima parte, poi spinge sull'acceleratore) "Erinmor" dare voce all'epicità del gruppo, con qualcosa dei nostri Domine.
Tra i pezzi più riusciti si segnala comunque la più immediata e diretta "Dance on Yer Grave" dove Ennis abbozza dei vocalizzi alla Tate, piazzando allo stesso tempo la propria miglior performance. Se non si può dire lo stesso per la successiva, ed un po' insicura, "Forgive Me", subito dopo alle prese con la titletrack, i Celtic Legacy si propongono in una lunga ed epica suite, emozionante e lanciata in lunghe galoppate (tipicamente maideniane) che ce la consegnano come uno degli episodi più riusciti del disco.
Questo "Guardians of Eternity" è già il terzo album per i Celtic Legacy, a ben dieci anni dall'esordio "Celtic Legacy" (1998) un lavoro seguito poi da "Resurrection" (2003), e al di là di qualche sbavatura (esecutiva e compositiva) ci ripropone un gruppo che ha saputo superare più che positivamente grossi problemi di formazione.
C'è tuttavia ancora parecchio su cui lavorare.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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