Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:47 min.
Etichetta:Future Sounds
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ROCKET READY RIDE
  2. CAUGHT IN TIME
  3. DREAMING BLUE
  4. YOU MAKE ME COME ALIVE
  5. STARSHOOTER
  6. SCARLET SKIES
  7. CRYPT OF LOVE
  8. MIRAGE
  9. MANIC SOUL
  10. WHY
  11. SAY NO WAY
  12. FATE

Line up

  • Marciek Van de Graaf: vocals
  • Aris Restaino: guitars, programming
  • Per Schelander: bass
  • Anders Norberg: drums
  • Vidar Arlert: keyboards

Voto medio utenti

Geniale. Gli svedesi Spyke sono una band geniale, non mi viene altro in mente. ‘Divine Decadence’ è un concentrato di Electro Pop – Industrial Glam come veramente Il Signore Del Synth comanda. All’interno delle 12 tracks che compongono questo dischetto si possono ritrovare perfettamente amalgamati tra loro, il Glam Rock anni ’70, il SynthPop anni ’80 e l’Industrial Rock anni ’90, supportati dalla cristallinità classica delle produzioni anni 2000…la creatura che ne scaturisce è un bellissimo prodotto ricco di energia, senza troppe menate di sorta, patinato e glitterato…certo, ‘D.D.’ a volte è un platter sfacciatamente ruffiano, ma è sempre e comunque divertente e di spessore: convincente, irriverente, decadentemente futuristico, ricco di groove, ma anche pieno di momenti di languida e soffusa tranquillità…in poche parole dannatamente e maledettamente accattivante. L’album si apre con la danzereccia ‘Rocket Ready Ride’, una song dal sapore glamour, ma che subito ti fa saltare sulla sedia, iniettandoti il siero del movimento…la second comer, la morbida e dilatata ‘Caught In Time’ sembra essere figlia di Billy Idol del periodo del Masterpiece ‘Cyberpunk’ (vi ricordate ‘Adam In Chain’?), mentre la Disco elettrica ripiomba con la Industrial Dance ‘Dreaming Blue’, riportando l’adrenalina a livelli di soglia. La quarta track, ‘You Make Me Come Alive’ ristabilisce l’atmosfera su impalpabili lidi Pop, giocando molto sull’orecchiabilità del pezzo (molto easy & friendly) e sull’arrangiamento di violini sul chorus, proponendo comunque un mood degno dei migliori Duran Duran (si avete letto bene!). ‘Starshooter’ è un chiaro esempio di come questi svedesi adorino il mondo dell’elettronica ad alta intensità senza ripudiare il suono grezzo delle chitarre filtrare, mentre ‘Scarlet Skies’ è più che altro una Pop song dal ritornello veramente orecchiabile che sembra puntare direttamente al Mainstream, così come potrebbe esserlo la relativamente più heavy e drammatica ‘Crypt Of Love’ (ancora una volta il buon Billy Idol fa capolino). ‘Mirage’ riporta il discorso sul versante Industrial Glam, in ‘Manic Soul’ la vena Dirty & Punk aumenta decisamente focalizzando l’ambientazione sul crinale pseudo-apocalittico, mentre l’aria si addensa di particelle elettriche…’Why’ sembra un tributo di due minuti e quaranta ai Nine Inch Nails, ‘Say No Way’ è una track di scariche Rock’N Roll ad alta percentuale di paiette e colori sgargianti, mentre la conclusiva ‘Fate’ è ruffianamente Pop & easy, sfacciatamente sul modello di “canzonetta” americana, dal ritornello più che banale, ma comunque vagamente glamour, che lascia con il sorriso sulle labbra.
Spyke…ovvero una lega formata dalla fusione dei frammenti di Depeche Mode, Rammstein, U2, Kraftwerk, New Order, Prodigy, Suede, Duran Duran, Ministry, Muse, Nine Inch Nails, My Vitriol, Marilyn Manson, Zeromancer, David Bowie, Billy Idol, Iggy Pop, Gary Numan, e chi più ne ha più ne metta.
Ca**o, Adoro queste sonorità.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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