Acquistata una certa solidità grazie alla
Napalm Records che gli ha conferito una notorietà ed una diffusione sicuramente degna del loro nome, i
Tyr provenienti dalle isole
Far Oer hanno acquisito una regolarità indubbiamente positiva per la loro carriera, ed ecco che a soli 2 anni dal precedente, intricatissimo ma cristallino "
Ragnarok", la band capitanata dal vichingo Heri Joensen, chitarrista ed ottimo cantante, sforna il suo quarto album intitolato "
Land", cantato pressochè interamente in antica lingua norvegese, a differenza dei capitoli precedenti in cui l'inglese costituiva il 50% o più dell'idioma solitamente utilizzato; tutto questo è spiegabile con il fatto che "Land" si basa principalmente su antiche melodie popolari, principalmente delle isole Far Oer ma anche dell'Islanda e della Norvegia, riarrangiate e riproposte in chiave metal, e quindi cantate in lingua originale.
Inutile dire che il fascino e la solennità di questa scelta sono pressochè immediati, un po' come i brividi che metteva (e mette tuttora) addosso un brano come "The Edge", tratto da "Eric the Red", in cui si passava dalla strofa in inglese al chorus in faroese.
Rispetto al precedente "Ragnarok", indubbiamente a causa di questa scelta, "Land" si segnala come album decisamente meno ostico ed articolato, sebbene si stia sempre parlando di una band come i Tyr, in cui nulla è lasciato al caso e dove le melodie non sono mai scontate o banali, tuttavia è evidente la differenza tra un brano concepito in maniera inedita (presenti anche su "Land" un paio di questi, di sicuro "Ocean" che si differenzia pesantemente dal resto dei pezzi, non fosse altro per la lingua inglese) ed uno di tradizione millenaria folk riarrangiato.
La bellezza cristallina di questo quarto lavoro dei Tyr non si discute assolutamente, anzi a conti fatti possiamo ritenerlo superiore al precedente album, ma certo il faroese non è la lingua più cantabile del mondo, soprattutto per un paese latino come l'Italia: bisogna "limitarsi" ad ascoltare in religioso silenzio e farsi affascinare da queste atmosfere sognanti e battagliere, chiudendo gli occhi ed immaginandosi negli stupendi paesaggi delle isole native dei Tyr.
La bonus track ci porta indietro nel tempo e ci fa cogliere ancora di più questa differenza col passato, in cui potevamo cantare a squarciagola insieme a Tyr: la vecchia, leggendaria e stupenda "
Hail to the Hammer", primo video della band e cavallo di battaglia dell'esordio discografico a nome "How Far to Asgaard", viene riportata alla luce in un misto di nostalgia per l'indimenticabile vecchio cantante Pól Arni Holm ed eccitazione per la nuova versione cantata da Heri, in una entusiasmante ma legata alla tradizione nuova veste.
Una chiusura eccezionale per un disco eccezionale di una band eccezionale, che finalmente potremo vedere da headliner in Italia ad Ottobre 2008 nel Ragnarok AAskeria Fest: voi preparatevi all'evento con "Land", ennesimo capolavoro di un gruppo sempre troppo poco lodato.