Mettiamo da parte i luoghi comuni una volta per tutte. Non ne possiamo più di sentir parlare del metallaro come della solita testa lungocrinata piena di borchie, dedita unicamente al bere birra e al roteare la testa al ritmo di musica frastornante. Il metal, il rock, non sono solo questo (che non è poi così male hehehe) ma per fortuna rappresentano ben altro: un insieme di valori, uno stile di vita, in una sola parola passione.
Una passione che come tale aiuta ad apprezzare la qualità e l’onestà di eseprienze musicali diverse, forse lontane ma non per questo di minor valore.
E’ con questa stessa passione che merita di essere ascoltato l’ultimo prodotto uscito dalla mente (e mano) geniale di Cyril Achard, uno dei giovani chitarristi jazz (classe 1972) più promettenti della scena francese ed internazionale. A 5 anni dal suo ultimo lavoro (quel Something’s cooking che lo vedeva addirittura collaborare con il celebre drummer Mike Terrana) Achard si presenta con una formazione a tre nella quale spiccano, oltre alla sua splendida chitarra, il basso supervirtuoso di Lilion Bencini e l’elegante ritmica di Fred Pasqua dietro le pelli.
Nelle 5 tracce strumentali che mettono in risalto l’indubbia tecnica dell’ensemble, il trio attinge dai suoni della musica tradizionale araba (“Arabesque”), brasiliana e spagnola (“Aguas Marinhas”) per elaborare un jazz elettro/acustico di alta scuola che, attraverso tempi dispari e lunghe progressioni, sembra avventurarsi tra i lidi più inesplorati della nostra anima. Nonostante ci si trovi di fronte ad un’opera “non facile”, alla freddezza asettica tipica di queste release si sostituisce un costante senso di “calore”, di “coinvolgimento” che emerge costantemente dalle splendide melodie elaborate da Mister Achard.
Per questi motivi “Trace” si presenta come un disco particolarmente indicato per le vostre serate rilassanti davanti a un caminetto e con un bel bicchiere di jack in mano. Parafrasando uno dei motti di Pino Scotto (ebbene sì sempre lui…) esistono la musica di qualità e la musica di m…
Questo “Trace” appartiene senza ombra di dubbio alla prima categoria. Consigliato ai sognatori liberi da preconcetti.
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